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di Franco Ordine -
Sembrano tutti folgorati sulla strada di Damasco. Mi riferisco ai due allenatori protagonisti della supersfida Inter-Napoli, Simone Inzaghi e Luciano Spalletti. Per ripulire il prato di San Siro dai veleni napoletani sulla designazione dell’arbitro Sozza (“un fischietto milanese, è un rischio” il più benevolo), l’allenatore dell’Inter ha tirato la volata al pensiero positivo. “Il giorno in cui non sapremo chi è l’arbitro della partita, sarà un bel giorno”.
Applausi
Ha dettato Spalletti sullo stesso argomento: “Dobbiamo comportarci meglio tutti e pensare in modo corretto”. Bravo, bis. L’importante è che, al primo fischio ostile, non si finisca con il riascoltare la solita musica.
Tipo Simone Inzaghi il quale solo qualche giorno fa, commentando lo scudetto del Milan, ha detto: “C’è chi dice che sarebbe finita in modo diverso se fosse stato fischiato il fallo di Giroud su Sanchez…”. Dimenticando il rigore ignorato di Toro-Inter più l’effetto Serra (Milan-Spezia) e il gol con la mano dell’Udinese…
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