INVECCHIANO IN MODO DIVERSO...

TACKLE DURO – Il derby dei media fra Messi e Cristiano

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Il Mondiale in Qatar spiega per sempre chi sarà ricordato tra i più grandi di sempre e chi no: CR7 ne è uscito con le ossa rotte

Redazione DDD

di Roberto Dupplicato -

La domanda non è più chi è meglio fra Cristiano o Messi ma se è stato più grande Leo o Diego Armando Maradona. Messi vince il Mondiale 36 anni dopo el D10S e 2 anni dopo la sua morte come a non volergli togliere il ruolo da numero uno eterno e affiancarlo soltanto ora, come dice Muchachos, il tormentone che celebra le vittorie dell’albiceleste che in due anni ha vinto Copa America e del Mondo come se fosse la naturale conclusione della carriera di Messi.

La scena della coppa con la tunica fa discutere

Dipollina ha scritto che Messi sembrava dal barbiere, qualcuno ha parlato di sottomissione e di dittatura culturale. Poi c’è stato il partito di quelli che “Diego non lo avrebbe fatto” come se fosse tutto scritto e tutto certo. Usanze, un mondiale usato come biglietto da visita per tutto il mondo arabo, soldi, una pausa di due mesi dei campionati: ci mancava pure la tunica.

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Certo è che gli argentini hanno sbracato da argentini: il portiere Martinez ha usato il guanto come a dire “non è stata la mano di Dio” e poi ha chiesto negli spogliatoi “un minuto di silenzio per Mbappé che è morto”. Il 24enne fenomeno, che ha perso una Finale in cui ha fatto una tripletta, è stato consolato da Macron e pure stavolta il presidente non ha resistito al fascino della propaganda sportiva, lui che aveva chiesto di “non politicizzare lo sport”.

Ma chi ne esce distrutto è Cristiano Ronaldo: nel 2016 i suoi compagni gli avevano regalato la coppa d’Europa e Olè titolava “il colmo”, perché Leo, che sembrava poter vincere la Copa America, la vide sfumare in Finale e minacciò l’addio alla Seleccion. Per lui il cammino è stato più difficile del previsto ma, dopo la morte di Maradona, è andato a raggiungerlo in terra, mentre el D10S domina il regno del cielo calcistico e Cristiano rischia di finire nel purgatorio di chi non è da massima cerchia del Paradiso.

E se c’è qualcuno che non lo vuole ammettere ormai è storia, non sono più soltanto i palloni d’oro, c’è un Mondo di differenza, non solo numeri. All’obelisco di Buenos Aires ci sono milioni di tifosi per Leo che oggi è come Diego, leader e cattivo quando serve. Cristiano invece ha fatto la parte del cattivo prima del Qatar e poi, visto che nessun club di Champions lo vuole in squadra, è finito nel calcio arabo dopo aver fallito clamorosamente in questo Mondiale: isolato dai compagni e panchinato dal cittì. Mentre Leo tocca il cielo con un dito lui esce di scena solo, in lacrime, mestamente.

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