IL MINIMO SINDACALE NON BASTA...

TACKLE DURO – Il derby dei media su Inzaghi a rischio esonero

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Il doppio fallimento in A e il no a Dybala mettono a rischio l’allenatore, nel dopo Conte ha vinto le coppette ma se ridanno i punti alla Juve rischia la Champions, e Lautaro attacca Brozovic

Redazione DDD

di Roberto Dupplicato -

Siamo messi così male che Simone Inzaghi verrà confermato sulla panchina dell’Inter solo se vincerà la Champions? La domanda ha un senso ma non è realistica perché le possibilità di trionfo in Europa sono davvero ridotte al minimo, posto che c’è da passare gli ottavi col Porto e col gruppo così spaccato non è detto che questo accada: l’Inter tornerebbe tra le prime otto d’Europa dopo 12 anni (non capita dal post triplete) ma la prospettiva Champions non può essere una ciambella di salvataggio per Inzaghi, unico a battere Spalletti in stagione eppure a -18 in classifica. Lui il suo destino se la gioca meglio in coppa ma forse anche alcuni calciatori lo hanno mollato, “folgorati sulla via di Istanbul”. Brozo col Bologna non ha brillato, è stato sostituito nel finale del giovanissimo Carboni e - forse - ha visto questa cosa come un affronto (eufemismo), e poi anche coi gradi da capitano sul petto ha mandato nella mixer zone a parlare Lautaro Martínez. E il toro ha incornato il gruppo, a partire forse proprio dal croato. “Così non andiamo da nessuna parte”.

Un’accusa a tutti

Brozo va forte a Livello internazionale, lo ha dimostrato in due Mondiali, però forse in questa serie A di Sassuolo, Lecce, Monza ed Empoli si annoia: e l’Inter se ne accorge e ne paga l’indolenza in classifica. Ma anche il rendimento di Bastoni non è più quello che era con Conte, per non parlare di Lukakone, 103 kili di morbidezza e muscoli (tara fatta da Marotta), che a fine stagione tornerà al Chelsea, e poi si vedrà. La differenza tra il Romelu contiano e questo da inzaghismo è netta e inequivocabile: Conte ci ha vinto uno Scudetto e ha fatto una finale in Europa, Simone per ora non lo ha saputo usare.

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Oggi il gruppo si ritrova ad Appiano per un chiarimento faccia a faccia, circostanza che - come scrivono sul Corsport - a ottobre ha portato fortuna col Barça. Menù del giorno “spiegare questi sei punti in meno in A” e, a livello dirigenziale, come costruite una rosa meno vecchia col budget low cost, che si prepara a perdere Skriniar e forse De Vrij, che ha sbagliato il colpo Gosens, che ha 9 ultratrentenni in squadra, che il Toro ha provato a motivare ma che invece forse ha agitato. Perché ormai con lo Scudetto che fuje a Napoli, e la Champions che per citare Mou “è un sogno”, la massima aspirazione di Simone sarebbe l’accoppiata Supercoppa e Coppa Italia oltre al quarto posto: il minimo eppure troppo poco.

Marotta ha dato al tecnico la responsabilità di trovare le soluzioni ma il suo destino sembra segnato e, con le crepe nello spogliatoio che rischiano di sgretolare la ormai fragile Inter, non è facile. Poi c’è pure la proprietà Zhang che in questo momento dà pure poche garanzie ai tifosi e alla squadra ma vuole a tutti i costi lo stadio. Per far cassa. Secondo un retroscena pubblicato oggi da Tuttosport se non ci dovesse essere il piazzamento Champions in casa Inter ci potrebbe essere una vera e propria “rivoluzione”, perché salterebbero i piani economici: già ora andare avanti col Porto vorrebbe dire incassare 20 milioni, ai quali vanno sommati altri 30 che l’Inter deve fare a giugno per raggiungere un saldo attivo di 60. Insomma Inzaghi rischia, ma l’Inter di più.

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