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TACKLE DURO – Il derby dei Media sul -15 alla Juve

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Etere e internet in fiamme per i commenti e per quanto successo da venerdì

Redazione DDD

di Roberto Dupplicato -

La notizia è arrivata in pieno weekend ad allarmare l’ambiente pallonaio italiano: la Juve si prende 15 punti di penalità nella stagione in corso per la riapertura sportiva della questione plusvalenze. Punita non per le comunicazioni o il valore dei giocatori ma perché ci sarebbe un sistema, motivazioni da attendere, dietro il modus operandi della Juve. Da quel momento si è scatenato l’inferno. Innanzitutto il procuratore Chiné aveva chiesto 9 punti, quindi i 15 sono già una sorpresa, e poi questo, come scritto e detto da più parti, “è solo l’inizio”, perché oltre a questo c’è da discutere sul fronte “manovra stipendi” che si affronterà a marzo. Quella è la parte più corposa e rischiosa, quella che riguarda le comunicazioni alla Borsa e per la quale, si dice, si è dimesso istantaneamente tutto il board della dirigenza bianconera.

Da allora è stato tutto un “ma perché se le plusvalenze le fanno in due a pagare è solo la Juve”

Perché ci sarebbe un sistema, perché ci sono intercettazioni in cui si ascoltano i dirigenti dire “se metti 4 o 10 non cambia niente” e non si parla di caramelle ma di milioni di euro. 156 in due esercizi e un pezzo del terzo, soldi sotto la lente della giustizia con l’inchiesta Prisma, e che vengono recepite da quella sportiva. E ci sono delle vere mazzate per la Juve all'orizzonte: si rischia la B e pure lo scudetto del 2020.

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L’Uefa non starà a guardare, nel frattempo sui social è partita la campagna “disdici dazn e Sky”, come a voler dire “il pallone è nostro e se non ci fate giocare con le nostre regole, ce lo portiamo a casa e non gioca più nessuno”. Non tutti hanno disdetto, anzi, ma quelli sono stati i più rumorosi. Poi ci sono stati gli insulti e le minacce: le hanno prese tutti e si spera che vengano presi i responsabili per le offese al procuratore Figc e, addirittura, alla moglie di Gravina. Boh!

Anche perché. Come spesso accade ai soliti noti di Gotham City, si creano ad arte fotomontaggi o finte storie social in cui si fa dire questo e quello. Nell’era digitale il dato è manipolabile e su internet trionfano personaggi che spacciano fake news che creano dipendenza nelle menti ballerine che si nutrono di complottismo. Non sono tutti così i tifosi della Juve, c'è chi se la prende prima con la propria dirigenza che con i giudici. C'è chi si ribella alla logica del "ce l'hanno sempre con noi" e dice "ma perché la nostra società è sempre in mezzo a queste cose?".

Ma in questa mandria di senza cervello ci si mette per un attimo pure Allegri, che da buon toscanaccio di Livorno sfotte la cravatta azzurra di Grassani, avvocato eletto due volte come miglior esperto di diritto sportivo in Italia ma accusato dal ventre dei social bianconeri e pure dall'allenatore di essere “l’avvocato del Napoli”. Il professionista è costretto addirittura al cambio di cravatta per andare in onda sulla Rai, visto che quella indossata su Dazn aveva risvegliato l’umorismo di Acciughina e scatenato l'odio social. Cose da pazzi. Pazzesco, il tutto mentre il Napoli fila e l’Inter perde in casa con l’Empoli, con Skriniar sempre più parigino e Correa sempre più nel mirino di San Siro. D’altra parte l’ha voluto Inzaghi al posto di Dybala e certe scelte si pagano, come quella di Zaniolo che è andato allo scontro con la Roma ma che Mourinho riabbraccerebbe presto. Nonostante tutto.

Sui giornali la battaglia della Juve continua su Tuttosport, che parla di “ingiustizia” e accusa i giudici e chi indaga di essersi sbagliati, con un messaggio che ha il tono di “non rompeteci le scatole” o “lo fanno tutti”. Scusa usata in calciopoli, non ha portato bene ma soprattutto “non è finita qui” e a dare la mazzata finale ci pensa la tifosa juventina dell’Uefa Christillin, che avvisa di altre penalizzazioni in arrivo per la “manovra stipendi” e che dice chiaro a tondo “la Juve si è impiccata da sola”.

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