PROVINCIALISMO ITALICO

TACKLE DURO – Il derby dei media sul rimorso Champions di Inzaghi

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Allegri si arrabbia con i suoi, Pioli si può giocare ancora l’Europa mentre l’Inter è fuori dalle Coppe e vuole far finta che vincere questo Scudetto sia stata un’impresa, quando era il minimo con questa rosa e questi avversari
Redazione Derby Derby Derby

di Roberto Dupplicato -

Il Napoli campione d’Italia si è rivisto a Monza ad Aprile 2024: la Juve da gennaio si è fermata, il Milan di Pioli ha cominciato male, Lazio e Roma hanno esonerato gli allenatori, quindi questo Scudetto Simone Inzaghi lo vince perché ha dimostrato di aver allenato bene la squadra più forte del campionato ma, in fondo, chi ha battuto? Cioè, le avversarie le ha battute, ma non si può essere contenti se dai 20 punti alla Juve di Cambiasso. Devi essere contento se dai 10 punti alla Juve di McKennie ma, nel frattempo, hai passato gli Ottavi di Champions contro l’Atletico. E invece no, non li hai passati, Simone Inzaghi è stato eliminato anche in Coppa Italia ma bisogna fare finta di niente… questa squadra non era da Triplete, ma allora la finale di Champions di un anno fa a Istanbul va derubricata a “sorteggi” fortunati e clamorosi, sennò non si spiega. Quest’anno l'Inter è arrivata seconda nel girone con la Real Sociedad e al primo turno di Playoff è stata eliminata da una squadra che era all’ultima spiaggia.

Spiaze, ma la preparazione della stagione di Simone è insufficiente

Almeno un turno di Champions bisognava superarlo, e non affrontarlo con quella paura. Il provincialismo italico in cui l’Inter si sta rinchiudendo la porta a rimpicciolire gli orizzonti e a esultare perché forse riesce a vincere lo Scudetto della seconda stella in faccia ai cugini milanisti, che ovviamente dovranno sportivamente vendere cara la pelle per non permetterglielo. Giusto, per i tifosi, ma una società che pensa in grande starebbe ancora rimuginando sul fallimento europeo, invece ieri sera a Udine al gol di Frattesi i dirigenti hanno esultato in tributa stile Tardelli al Mundial ’82.

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Non si vuole criticare l’Inter, che ha espresso un grande gioco e ha saputo ammazzare il campionato sin dalle sue prime fasi, e Simone Inzaghi è stato bravo in questi tre anni a sviluppare un gioco e ad allenare i suoi. Ma va detto che, proprio come la Juve di Allegri che spremeva Chiellini in campionato e poi usciva in Champions con l’Ajax dei ragazzini, questa Inter di Inzaghi aveva il dovere di fare di più anche in Europa, e poteva farlo. Non doveva vincerla, non doveva arrivare in finale, ma sicuramente fare un percorso migliore a partire dai gironi. Ci si dimenticherà tutto tra qualche mese, quando saremo invasi da post melensi con le strofe dell’Isola che non c’è.

Seconda stella a destra, quello è il cammino. E poi dritti, fino al mattino. Evvabbè, pensavamo che questa Inter fosse disposta ad accontentarsi il meno possibile di vincere in Italia e di essere affamata, oltre che pazza, in Europa. Non è questo il caso o, forse, il caso è stata vederla in Finale un anno fa.

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