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TACKLE DURO – Il derby dei media sulla settimana più pazza del calcio italiano

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Inzaghi a rischio esonero pure se arriva in Finale di Champions, Allegri col -15 in sospeso, Milan e Napoli se le danno senza esclusione di colpi: eccoci nella settimana che decide la stagione
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Redazione DDD Direttore responsabile 

di Roberto Dupplicato -

Quando ci si ritrova per il pre campionato in ritiro è poi per vivere questi momenti che si comincia sudare, a correre e a fare i proverbiali gradoni di Zeman. Welcome to the Jungle, nella settimana più pazza e decisiva che il calcio italiano ricordi, con tre squadre a giocarsi l’accesso alla finalissima di Istanbul e con ambizioni di vittoria pure in Europa League con Juve e Roma e in Conference con la Viola. Il tutto mentre la volata Champions è guidata dal centro-sud con le “strisciate” che rischiano di restare fuori dai giochi, con la Juve che gioca sui più campi per evitare di uscire con le ossa rotte dai giudizi sportivi, cioè i 40 punti ipotizzati sul Corsport.

Vita o morte sportiva

In questa settimana Inzaghi si gioca la panchina, dovesse uscire col Benfica succederebbe il finimondo perché in A le sconfitte sono diventate 11 e il posto in classifica è diventato il sesto #sulcampo. Parolo su Dazn ha detto che “i giocatori sono aziende individuali”, cioè in Champions si accendono ma se devono portarti al quarto posto e tu in estate vuoi venderli (leggasi Brozo al Barça), magari non puoi esattamente contare su di loro. D’altra parte la semifinale con un’italiana non sarebbe proibitiva, Istanbul è davanti agli occhi, il futuro di Inzaghi nelle stelle, nel senso della seconda stella mancata in due anni di A pesa sulla sua riconferma, e se dovesse non entrare tra i primi 4 i guai sarebbero grossi con le esse maiuscole e di dollaro $!

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E Pioli? Se passa al Maradona Santo Stefano poi deve prepararsi alla probabilità della doppia battaglia fisica psicologica andata e ritorno del derby. In A le romane marciano e l’Atalanta che seppur altalenante è lì a insidiare in classifica. Tutto in una settimana pure per lui, perché se stasera esce la sua panchina dipenderebbe dal quarto posto, e se alla Juve ridanno i 15 punti il Milan diventa quinto: Europa League. Con le sirene che canteranno per Maignan, Theo e Leao. Pure per Pioli e Maldini si decide tutto in queste sere di primavera, con quell’aria che comincia a friccicolar d’estate che diventa epica quando risuona l’inno della coppa in uno stadio. “Il Diavolo nel tempio”, titola oggi il Corsport.

La Juve per provare a rientrare in Champions punta a vincere l’Europa League, c’è da sorpassare lo Sporting e una tra Siviglia e United. Pure la Roma ha le sue possibilità ma se ha Dybala incerottato la voglia di vendetta del Feyenoord peserà più della determinazione dei lupi di Mou, che in campionato stanno facendo un mezzo miracolo a essere terzi, o quarti se ridanno i punti alla Juve. Juve che però ha due filoni a cui pensare, quello delle plusvalenze (da cui arriva il -15) e quello sulla manovra stipendi che verrà valutato più avanti. Situazione difficile, stagione di Allegri comunque brutta con 12 sconfitte di cui 5 in Champions ma, appunto, con la possibilità di mettere in imbarazzo l’Uefa e presentarsi alla massima competizione europea da vincitrice dell’Europa League.

A Tuttosport hanno visto Report, la Fiorentina vuole portare l’Italiano ad alzare una coppa europea, roba che l’ultima volta l’aveva fatto Malesani. Possono vincere la ConFlorence. Il Napoli devastante di inizio anno vede lo storico traguardo dello Scudetto avvicinarsi in andamento lento e forse ha abbassato i ritmi, la tensione in allenamento, meno passion, come dicono in Inghilterra. Specchiandosi si è fatto sgambettare dal Diavolo che, come insegna il film con Al Pacino, tra i peccati preferisce la vanità. Però poi magari Luciano stasera elimina Milan, poi l’Inter e si va a giocare una Finale a Istanbul con Pep, visto che per chiarire una bagatella lo ha invitato a bere un caffè turco. Tutto è possibile, tutto si decide in settimana, “chi farà ancora storia”, scrive la Gazzetta. Ancelotti permettendo.

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