
Mancano poche ore al calcio d'inizio della finale di Copa America tra Argentina e Colombia. In conferenza stampa ha parlato l'estremo difensore dell'AlbicelesteEl Dibu Emiliano Martinez, alla quarta finale in carriera con la maglia della Selecciòn.
L'eroe della sfida con l'Ecuador
Mancano poche ore al calcio d'inizio della finale di Copa America tra Argentina e Colombia. In conferenza stampa ha parlato l'estremo difensore dell'AlbicelesteEl Dibu Emiliano Martinez, alla quarta finale in carriera con la maglia della Selecciòn.
È uno dei leader indiscussi dello spogliatoio dell'Albiceleste, protagonista con le sue parate nell'ultima Copa America, nella finale Mondiale ai rigori contro la Francia e sempre dagli undici metri, nei tiri dal dischetto contro l'Ecuador nei quarti di finale dell'edizione attuale.
El Dibu Martinez, nella conferenza stampa pre-Colombia, riflette sul momento magico della sua carriera: "Giocherò la mia quarta finale a questa età, non l'avrei mai pianificato. Dai 12 anni sono andato alla pensione del Rojo e a 17 in Inghilterra. È stato più difficile di quanto mi aspettassi, ma il calcio ti dà questi percorsi".
Una finale speciale: "Sono molto entusiasta di giocare la finale, come se fosse la prima. È la prima che gioco con il pubblico perché nella precedente ce n'erano pochi. Ora ho la mia famiglia, mia figlia che nella precedente Copa América non c'era e di cui mi sono perso la nascita, stavolta sarà con me allo stadio".
Parlando del confronto tra Argentina e Colombia, Martínez ha sottolineato: "Bisogna giocare a calcio, ora sono 120 minuti, abbiamo un po' più di margine per farlo. Ma abbiamo la stessa emozione, sarà la quarta finale e siamo entusiasti come se fosse la prima".
E sull'ennesima eventuale lotteria dei rigori, il portiere dell'Argentina ha chiosato: "Per me, sono al 100% una questione di fortuna. Puoi studiare molto, ma non tutti i rigori sono uguali. Ho parato alcuni che erano l'opposto di quello che avevo studiato. Nei rigori devi essere al tempo giusto, al momento giusto. Cerco di guardare la palla più che il giocatore".
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