Stanotte, alle ore 01:00 italiane, Carlo Ancelotti farà il suo debutto ufficiale da commissario tecnico del Brasilecontro l’Ecuador. Una nuova sfida per il tecnico italiano più vincente della storia, chiamato a rilanciare una Seleção ferita dalle ultime delusioni e priva di un’identità chiara. L’attesa è alta: riuscirà Ancelotti a ridare smalto e risultati a una squadra in cerca di riscatto, riportandola al vertice del calcio mondiale? I verdeoro ripartono da lui, con occhi puntati e aspettative altissime.


Missione
Brasile, esordio per Ancelotti: riuscirà il tecnico a risollevare le sorti verdeoro?
Brasile, Ancelotti si affida subito ai suoi senatori
—Carlo Ancelotti si prepara a vivere una notte storica: alle 01:00 italiane farà il suo esordio sulla panchina del Brasile, diventando il primo allenatore straniero alla guida della Seleção dopo oltre sessant’anni. Un debutto carico di significato, perché Ancelotti non si limita a inaugurare un nuovo ciclo, ma vuole imporsi fin da subito come guida vincente. La partita contro l’Ecuador sarà un banco di prova fondamentale per testare il feeling con il gruppo, la capacità di trasmettere idee in tempi rapidi e soprattutto la risposta di una squadra che viene da mesi di incertezza e attesa.

Entrare nella dimensione brasiliana non sarà semplice, soprattutto per un tecnico italiano, ma Ancelotti è abituato a gestire spogliatoi di stelle e a conquistare fiducia con il lavoro quotidiano. A dargli una mano in questo processo ci saranno due uomini chiave, due fedelissimi del ciclo trionfale al Real Madrid: Casemiro e Vinicius Jr. Entrambi titolari stasera, entrambi pronti a farsi leader e a offrire equilibrio e qualità per lanciare un segnale forte sin da questo primo appuntamento. Perché il nuovo Brasile di Ancelotti vuole partire subito col piede giusto, e la rivoluzione verdeoro inizia qui.
Obiettivo: vincere il Mondiale 2026
—Carlo Ancelotti non ha accettato la panchina del Brasile per semplice prestigio: il suo obiettivo è chiaro, limpido, ambizioso - riportare la Coppa del Mondo in terra verdeoro, dove manca ormai da più di vent’anni, da quel trionfo in Corea e Giappone nel 2002 firmato Ronaldo. È una missione quasi epica: conquistare il cuore di un popolo che vive di calcio e far rinascere un'identità smarrita tra sconfitte dolorose e generazioni incompiute.

Ancelotti lo sa bene: in Brasile non basta vincere, bisogna incantare. E allora si affida alla sua esperienza, alla sua saggezza silenziosa, ma anche al talento di chi può davvero scrivere la storia. Il Mondiale 2026 negli Stati Uniti, in Canada e in Messico è il traguardo, il sogno da inseguire passo dopo passo, partendo proprio da queste prime partite. Sarà un viaggio lungo, fatto di prove, di scelte coraggiose, di cultura e adattamento. Ma se c’è un tecnico capace di unire pragmatismo e bellezza, carisma e serenità, è proprio lui. Ancelotti ha già vinto tutto con i club, ma questa sfida ha un sapore diverso: riportare il Brasile sul tetto del mondo sarebbe il sigillo eterno sulla sua leggenda.
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