Enrique Collar è una leggenda del calcio spagnolo e soprattutto dell’Atletico Madrid, in quanto, oltre ad essere diventato campione d’Europa con le Furie Rosse nel 1964, è il giocatore con il maggior numero di stagioni da capitano dei rojiblancos, dieci tra 1959 e 1969. Tuttavia, all’età di 89 anni soffre del morbo di Alzheimer e, pur non ricordando quasi nulla del passato, riconosce solo la sua maglia biancorossa e lo stemma della squadra che ha rappresentato per 16 annate.
Enrique Collar, EL PRIMER NIÑO, HA VINTO L’EUROPEO CON LA SPAGNA NEL 1964
Campione nel ’66 con l’Atletico, oggi soffre di Alzheimer: riconosce solo la maglia dei colchoneros…
“Purtroppo ha l’Alzheimer da qualche anno. Non sa chi è, non ricorda i suoi figli. Non parla, si possono passare due settimane praticamente senza sentire una parola di mio padre – ha raccontato il figlio Alfredo in un’intervista a “El Día Después” di Movistar Plus+ –. È ancora tuo padre, ma in modo diverso. Non è più il padre con cui potevi parlare, che poteva aiutarti, che poteva darti consigli. Mio padre non ricorda chi fosse Enrique Collar”. Anche se c’è qualcosa che non può dimenticare a discapito della malattia.
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Alfredo Collar ha rievocato il giorno in cui suo papà ha conosciuto il Wanda Metropolitano, lo stadio che ha sostituito il Vicente Calderón: “Sorrideva, si vedeva che era a suo agio. Ma al Metropolitano non ha detto una sola parola”. Poi hanno incontrato un altro giocatore storico dell’Atletico Madrid, il difensore brasiliano Luiz Pereira. “Pereira indossava un cappotto con lo stemma dell’Atletico Madrid e improvvisamente mio padre indicò lo stemma e disse ‘la mia squadra’. È incredibile che non sai chi sia, ma lo ricordi con un’immagine, con uno stemma o con il pallone. In quel momento, torna al presente e ha qualche secondo di lucidità in cui torna a essere la persona che conoscevi”, ha svelato emozionato.
Più tardi, a casa, è stato possibile vedere come Enrique sappia ancora con quale gamba colpire la palla e si sia divertito con i nipoti con qualche passaggio con il piede sinistro, lo stesso che gli ha permesso di eccellere sui terreni di gioco. Un altro segno che quei giorni infuocati sono indelebili è che nel video uno dei suoi nipoti gli mostra la sua vecchia camiseta e gli indica lo scudo dell’Atleti, che Enrique ha prontamente riconosciuto. Quando gli è stato chiesto a quale club appartenesse, ha risposto “all’Atletico”.
Collar ha brillato come ala sinistra ed è diventato noto come “El Niño” prima di Fernando Torres. Nato a San Juan de Aznalfarache (Siviglia), è il quarto calciatore dell’Atletico Madrid con più presenze (470) e il nono marcatore di tutti i tempi (105). Il suo debutto avvenne il 13 settembre 1953. Come capitano ha vinto un campionato (1965-1966), tre Coppe del Re (1959/1960, 1960/1961 e 1964/1965) e una Coppa delle Coppe (1961/1962).
Al di là della malattia, oggi Enrique riconosce ancora la maglia e lo stemma che ha difeso in campo. Quelle immagini che ha conservato nel suo cuore e che sono indelebili nonostante tutto. Perché ci sono ricordi che nemmeno l’Alzheimer può cancellare.
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