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IL CASO

Costa Rica, annullata multa ad allenatore che criticò gli arbitri: “È libertà d’espressione”

Costa Rica multa
La Federazione calcistica del Paese punì il tecnico per le parole usate in conferenza stampa, ipotizzando irregolarità
Filippo Montoli
Filippo Montoli

La Corte costituzionale del Costa Rica ha annullato una multa che la Federazione calcistica aveva inflitto a un allenatore. Secondo i giudici, infatti, la sanzione ledeva il diritto delle persone a esprimere opinioni sulle decisioni prese dagli arbitri. Ma soprattutto, era "una decisione sproporzionata e illegittima al diritto fondamentale della libertà d'espressione". La Corte Costituzionale, oltre ad annullare la sanzione, ha chiesto che la Federazione copra le spese processuali, i danni e le sanzioni.

Costa Rica, interviene la Corte costituzionale e la multa è tolta

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Ha dell'incredibile quanto accaduto in Costa Rica. José Giacone, ex allenatore del Deportivo Saprissa, ha ottenuto l'annullamento del pagamento di una multa di un milione di Colon costaricani, circa 1700 euro. Il tecnico di nazionalità argentina si era lamentato duramente contro l'arbitraggio della partita giocata a febbraio tra la sua squadra e l'Alajuelense. Nella conferenza post-partita fu molto diretto: "Non so da dove arrivino gli ordini e se ci sia un interesse separato, ma adesso non starò più zitto perché è una vergogna. A volte si pensa male, ma i quattro minuti di recupero del secondo tempo sono vergognosi. Noi abbiamo segnato al quinto, è vero, ma se ne dovevano giocare almeno altri 10".

Costa Rica, annullata multa ad allenatore che criticò gli arbitri: “È libertà d’espressione”- immagine 2

La Federazione calcistica decise di punire il tecnico con una multa per "aver rivolto al corpo arbitrale termini offensivi e denigratori". Dopo 6 mesi arriva l'incredibile decisione della Corte costituzionale. Nel comunicato diffuso si legge che solitamente non interviene in questioni legate al mondo dello sport, ma questo caso era diverso. Di mezzo, secondo i giudici, ci sarebbe stata una violazione del diritto alla libertà d'espressione. Per la Corte, infatti, le parole usate da Giacone "seppur contenessero gravi critiche e suggerissero irregolarità, non costituiscono insulti, espressioni oltraggiose e non incitano alla violenza, e sono quindi tutelate dalla libertà d'espressione".