Oltre che a manifestarsi fuori dal campo, la rivalità tra Athletic Bilbao e Barcellona si concretizza soprattutto in campo. Ci sono, infatti, tantissimi episodi che negli anni hanno inasprito sempre di più i rapporti tra due delle tre squadre a non essere mai retrocesse dal massimo campionato spagnolo. Sia i baschi che i catalani si contraddistinguono per una forte, fortissima filosofia identitaria, che con orgoglio mostrano ogni settimana in campo. Oggi, in occasione della Supercoppa di Spagna, i club incrociano nuovamente i loro destini, per decretare chi approderà all'atto finale.
I momenti salienti
Dal pugno a Cruyff ai fischi verso Iniesta: le tappe della storica rivalità tra Athletic Bilbao e Barcellona
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Dal 1954, ogniqualvolta Barcellona e Athletic Bilbao si sfidano inscenano sempre partite molto rudi, intense, nonostante le squadre non spiccano storicamente per giocatori dalle eccellenti doti fisiche. Ricordiamo, ad esempio...
Il grave infortunio di Kubala
—László Kubala è riconosciuto come uno dei calciatori più forti di tutti i tempi. Nato a Budapest, l'attaccante ha giocato in diverse squadre nel corso della sua carriera: ha assunto un po' i tratti di giocatore giramondo, fin quando non s'è accasato - letteralmente - al Barcellona. Con il club catalano Kubala ha giocato per ben 10 anni (dal 1951 al 1961), in cui ha vinto 4 campionati spagnoli, 5 coppe di Spagna, s'è laureato per ben due volte campione della Coppa Eva Duarte (predecessore della Supercoppa), e, infine, due coppe delle Fiere e una Coppa Latina.
L'ungherese - per modo di dire, dato che ha giocato anche per la Repubblica Ceca e soprattutto per la Spagna - è stato uno dei primi a provare sulla sua pelle la durezza del confronto con la squadra basca. Perché proprio lui, nel 1954, ha subito un bruttissimo fallo da parte di Arieta I, attaccante dell'Athletic, che gli ha causato la rottura del legamento laterale interno e del menisco del ginocchio sinistro. Kubala dopo mesi e mesi di stop è tornato a giocare, ma - come scrive anche AS - non ha più recuperato lo splendore fisico che ha caratterizzato i suoi primi anni al Barça.
Il pugno a Johan Cruyff
—I sostenitori, ma anche i giornalisti e calciatori, del Bilbao non hanno mai apprezzato fino e in fondo la possibilità di tesserare giocatori stranieri. Tant'è che anche prima del fallo di Kubala c'erano stati screzi fuori dal campo proprio perché visto male, dato il suo Paese d'origine. O, più semplicemente, il suo non essere un vero spagnolo. E anche Johan Cruyff ha subito un trattamento speciale, nel 1974.
L'olandese, così come l'ex Ferencváros, viene già inquadrato male prima della partita, dato che era arrivato da fuori per fare la differenza con il Barça. Quel giorno il marcatore di Cruyff era Ángel Maria Villar al San Mamés ma, da difensore (in realtà centrocampista quel giorno) s'è trasformato per un istante in un pugile, dato che ha sfoderato un pugno in faccia all'attaccante al trentaseiesimo minuto di gioco. Si dice, però, che Cruyff avrebbe provocato Villar addirittura con un calcio, mentre l'arbitro era girato da un'altra parte.
Villar comunque è caduto nella trappola e prima di essere espulso dal direttore di gara, è uscito autonomamente dal campo. Tra l'altro, con gli applausi dello stadio di casa. "È un giocatore giovane e impulsivo: avrà avuto le sue ragioni, anche se nulla giustifica un giocatore che colpisce un avversario", ha detto Milorad Pavic (allenatore dei baschi) al termine della sfida, terminata in pareggio.
Il difensore, infine, è stato espulso per quattro giornate e sanzionato con una multa di 100.000 pesetas, e da quel giorno, ha sempre cercato di fuggire dal racconto di quell'episoltio. Ci ha provato soltanto in qualche occasione il fratello, che ha provato a difenderlo rivelando: "Cruyff lo ha insultato tutto il tempo".
Nei primi anni ‘80: Maradona contro Goikoextea, il "macellaio di Bilbao"
—'Uno dei momenti in cui la rivalità è sfociata in una vera e propria guerriglia in campo è stato durante la finale di Coppa del Re nel 1984. Prima di arrivarci, però, bisogna riavvolgere il nastro della storia di qualche anno.
Nel 1974 l'Athletic Bilbao aggrega alla prima squadra un ragazzo delle giovanili, di nome Andoni
Goikoetxea. In quegli anni i baschi sono una squadra arcigna, non ancora fortissima ma che poneva la basi verso grandi successi. Passati un paio d'anni, i baschi iniziano ad occupare costantemente le zone più alte della classifica, giocandosi il campionato e altre competizioni contro il Barcellona. E, Goikoetxea, consolidatosi come roccioso difensore, inizia a diventare noto per i suoi interventi particolarmente ruvidi, culminando nella provocazione della rottura del legamento interno, esterno e del legamento crociato del ginocchio destro di Bernd Schuster, calciatore tedesco del Barça, nel 1981.
Dopo appena due anni, il difensore spagnolo cambia bersaglio e punta Maradona, fratturando il malleolo peroneale della caviglia sinistra dell'argentino. Il fantasista con la numero 10, però, nonostante un lungo infortunio, non ha mai accusato pubblicamente il giocatore del Bilbao, che addirittura ha ricordato: "Nel 1992 non abbiano neanche parlato di quanto accaduto, ma delle nostre famiglie. Ridevamo e scherzavamo come se nulla fosse accaduto".
Ed eccoci finalmente al 1984, ultimo atto della Coppa del Re. L'Athletic vince una sfida piena di falli, interruzioni di gioco e interventi ai limiti del codice penale (soprattutto su Maradona), ed il protagonista è ancora Goikoetxça. Il fischio finale dell'arbitro da l'inizio ad una vera e propria battaglia: calci, pugni, e colpi proibiti che portano con loro una sfilza di amare squalifiche. Maradona ha pagato con tre mesi, ma la sua cessione al Napoli nella stessa estate ha cancellato tutto.
I fischi a Iniesta
—Tra il 2015 ed il 2016 anche Iniesta è stato vittima di un brutto episodio. Un gruppo di aficionados del San Mamés avrebbe intonato cori contro il calciatore spagnolo, definendolo come un "subnormal". Quest'astio, Marca, lo ha intravisto alla luce di tre motivi sostanziali: il gol decisivo di Iniesta nella finale di Coppa del mondo nel 2010, non proprio ben visto dai nazionalisti e separatisti baschi; un episodio, nello stesso anno, che ha visto coinvolti Iniesta e Amorebieta, col difensore basco-venezuelano dell’Athletic espulso dopo una presunta simulazione del centrocampista catalano, e una dichiarazione dello stesso Iniesta, che ha considerato giorni prima del match il San Mamés: "Un campo come un altro, giocare lì è come giocare sul campo dell’Atletico Madrid".
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