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Il caso

Eritrea: la nazionale “non classificata” nel Ranking FIFA torna a giocare

Eritrea ranking FIFA
L’Eritrea è tornata a giocare dopo oltre 5 anni di assenza dal calcio internazionale. La nazionale africana resta però “non classificata” nel ranking FIFA, complice l’isolamento politico del Paese e due amichevoli non riconosciute...
Silvia Cannas Simontacchi
Silvia Cannas Simontacchi

Nel ranking FIFA esiste una sola nazionale che figura senza posizione, indicata come unranked: l’Eritrea. Una situazione unica nel panorama calcistico mondiale, legata non a un rendimento deludente ma a un’assenza prolungata. Per oltre cinque anni, la selezione africana non ha disputato nemmeno una partita ufficiale, sparendo di fatto dal radar internazionale. Una condizione che oggi potrebbe cambiare, o almeno iniziare a farlo: lo scorso maggio, l’Eritrea è tornata in campo con due amichevoli giocate in casa contro una selezione del Niger.

Eritrea: perché la FIFA l'ha esclusa dal ranking?

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Sul sito ufficiale della FIFA, consultando l’elenco delle nazionali maschili, si va dall’Argentina capolista – campione del mondo in carica – alle ultime posizioni occupate da Anguilla e San Marino. Ma al di sotto del 210º posto compare una voce isolata: Eritrea, senza punteggio né posizione. Questo perché, secondo le regole FIFA, una squadra che non gioca partite ufficiali per oltre quattro anni consecutivi viene esclusa dal ranking.

L’ultima presenza ufficiale dell’Eritrea risaliva al gennaio 2020, quando perse 1-0 contro il Sudan. Prima ancora, nel 2019, la nazionale del Corno d’Africa aveva partecipato alla Coppa CECAFA, sorprendentemente battendo avversarie come Kenya, Burundi e Gibuti. Poi il silenzio. L’Eritrea si è ritirata da tutte le competizioni internazionali, comprese le qualificazioni ai Mondiali 2026. Ma perché?

Il motivo non è sportivo, bensì politico. L’Eritrea è considerata uno degli Stati più chiusi e repressivi al mondo, governato da decenni da un regime autoritario che impone lavori forzati, una coscrizione militare obbligatoria a tempo indeterminato e rigide limitazioni alla libertà di espressione, opinione e religione. Il timore costante di defezioni ha portato le autorità a isolare sistematicamente i propri cittadini. In passato, proprio durante le trasferte con la nazionale, diversi atleti e calciatori hanno hanno colto l'occasione per chiedere asilo politico all’estero. Per evitare nuovi “casi diplomatici”, il governo ha deciso di bloccare completamente l’attività della nazionale, ritirandola da ogni appuntamento internazionale.

Una situazione estrema, che ha privato generazioni di giovani eritrei della possibilità di rappresentare il proprio Paese in campo. Ma qualcosa, forse, si sta muovendo. Il mese scorso, in occasione delle celebrazioni per il 31º anniversario dell’indipendenza dall’Etiopia, la federazione eritrea ha organizzato due partite amichevoli contro la squadra “A” del Niger. La prima, giocata il 26 maggio a Asmara, è terminata 0-0. La seconda, il 28 maggio, si è conclusa con la vittoria degli ospiti per 1-0.

Eritrea e ranking FIFA: si va verso un ritorno?

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Inizialmente era previsto un torneo triangolare con la partecipazione anche del Sud Sudan, ma la squadra non è riuscita a raggiungere la capitale eritrea. Le due gare, dunque, hanno avuto più un valore simbolico e propagandistico che sportivo. Tant’è che, trattandosi di sfide non disputate contro selezioni ufficiali al completo, la FIFA non le ha riconosciute ai fini del ranking. Per ora, quindi, l’Eritrea resta “non classificata”.

Resta da capire se si tratti di un episodio isolato o del primo passo verso un vero ritorno nel calcio internazionale. Dopo anni di silenzio, la palla è tornata a rotolare anche ad Asmara. Ma perché l’Eritrea possa davvero tornare nel panorama calcistico mondiale, servirà molto di più di due partite amichevoli.