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L'editoriale

Fabio e Thiago Silva, colonne d’oro di un Brasile che sogna

Thiago Silva
Il Fluminense avanza al Mondiale per Club e raggiunge le semifinali del torneo: affronterà il Chelsea di Enzo Maresca.
Lorenzo Maria Napolitano
Lorenzo Maria Napolitano

C'è chi piange, anche quando la palla rotola. E ieri si è giocato con il lutto cucito sotto la pelle: Diogo Jota e suo fratello André non ce l'hanno fatta, e scendere in campo non è stato semplice. Per Cancelo e Joao Neves, soprattutto. La partita si è giocata lo stesso, ma forse non allo stesso modo. Al-Hilal e Fluminense erano le uniche due squadre non europee che si sfidano ai quarti di finale, e forse anche per questo la gara era tra le più attese. Le aspettative non sono state tradite: è stata una partita equilibrata, ma irregolare, eccessiva, che ha rotto il rigido schematico che si è impossessato dei team europei. Proprio per questo più bella, perché più umana.

Il primo lampo è arrivato dal talento luminoso di Martinelli, classe 2001, che con un tocco solo controlla la sfera, si libera della pressione del suo marcatore, e scaraventa sul secondo palo un pallone su cui Bonou non può mettere le mani. L'Al-Hilal, però, reagisce: lo fa con l'ex Napoli Koulibaly, proprio com'era avvenuto contro il Manchester City, ma stavolta c'è Fabio a rispondere presente. Quarantaquattro anni sulla carta d'identità, ma venti per quanto riguarda l'agilità ed i riflessi quando si tratta di difendere la propria porta.

Fluminense Al-Hilal dove vedere

L'arbitro fischia la fine della prima frazione tra le proteste, con i sauditi che chiedono un rigore che non avranno mai. Ciò è sufficiente per coltivare sana rabbia agonista, e al ritorno in campo i giocatori di Inzaghi hanno occhi iniettati di sangue. In meno di cinque minuti arriva il gol del pareggio: prima stacca - ancora - Koulibaly, ma ci pensa Marcos Leonardo a ripristinare la parità, confermando uno straordinario momento di forma.

La squadra di Portaluppi, comunque, non smette di crederci e provarci. Si poggia sulle parate di Fabio, l'esperienza e l'ineluttabilità di Thiago Silva, l'estro dei suoi attaccanti. E così, dopo un pallone perso nella zona nevralgica del campo da parte di Leonardo, Hercules non sbaglia nell'uno contro uno davanti il portiere avversario. Dopo aver fatto fuori l'Inter, il brasiliano mette fuori dai giochi anche Simone Inzaghi.

 

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Con questa vittoria il Fluminense, ma anche il Brasile e l'intero Sudamerica guadagna un posto nel penultimo atto della competizione. Non con una squadra giovane, ma non per questo meno arrembante. Con sudore, mestiere, carattere e solidità, che non vuol dire per forza sigillarsi in difesa. Non è ancora il tempo dell'Arabia Saudita, che cresce ma deve aspettare. Può essere, invece, il tempo del Brasile.

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