Il nuovo direttore sportivo del settore giovanile del Flamengo, Alfredo Almeida, ha tenuto una conferenza stampa, nella giornata di ieri, presso la sede del club di Rio de Janeiro. E fin qui, niente di particolarmente strano. Se non fosse stato per una delle sue risposte alla stampa, interpretata come razzista, che ha scatenato un'accesa polemica.
IL CASO
Guai per Alfredo Almeida: il neo ds delle giovanili del Flamengo accusato di razzismo

La risposta della discordia del nuovo ds del Flamengo

Alla questione posta sulla possibilità di ripristinare un'attenzione maggiore sul talento naturale e meno sulla fisicità nello sviluppo dei giocatori brasiliani, Almeida ha argomentato nel modo seguente: "Ciò che possiede l'atleta brasiliano probabilmente non si trova in nessun'altra parte del mondo. Mi riferisco al dono, alla magia, all'irriverenza, a quella connessione speciale con la palla, come se fosse parte del corpo. È molto raro trovarlo al di fuori del Brasile. In altre parti del mondo, vengono evidenziate altre capacità. Ad esempio, l'Africa possiede qualità fisiche eccezionali. Se parliamo invece dell'aspetto mentale, dovremmo guardare all'Europa...".
La replica dell'Osservatorio sulla discriminazione razziale
—Queste affermazioni hanno suscitato grande indignazione dell'opinione pubblica carioca, venendo criticate poiché rafforzerebbero stereotipi di stampo razzista. Marcelo Carvalho, direttore dell'Osservatorio sulla discriminazione razziale nel calcio, le ha successivamente commentato a Ge.Globo: "Sebbene questo tipo di retorica sia molto diffusa, non ci sono prove scientifiche a sostegno dell'idea che certe abilità siano legate alla razza o all'origine geografica. Questo tipo di affermazioni perpetua stereotipi che si ripetono nella storia. Riproducono una logica eugenetica secondo cui l'intelligenza appartiene agli europei e la forza agli africani. Nonostante ci siano numerosi modelli neri nel calcio dotati di leadership e capacità tattica, questi pregiudizi persistono", ha chiosato il numero uno dell'Osservatorio sulla discriminazione razziale brasiliano.
Almeida chiede scusa
Carvalho e il suo team monitorano la discriminazione nel calcio brasiliano da oltre un decennio. Ogni anno pubblicano un rapporto che analizza le accuse relative non solo al razzismo, ma anche a xenofobia, sessismo e fobia LGBTQ all'interno di questo sport. Ma la vicenda non si è chiusa qua.
"Sono stato mal interpretato"

A seguito dell'impatto delle sue osservazioni, Almeida ha voluto rilasciare un'ulteriore dichiarazione per chiarire la sua posizione: "Durante la mia presentazione come direttore del settore giovanile del Flamengo, ho cercato di offrire una panoramica generale dei diversi profili dei giocatori a livello mondiale e delle qualità tipicamente apprezzate nei processi di sviluppo e reclutamento. Tuttavia, un frammento isolato del mio discorso è stato interpretato in un modo che non riflette affatto le mie opinioni. Se il mio modo di esprimermi ha causato disagio, mi scuso sinceramente. In nessun momento è stata mia intenzione essere discriminatorio. Sono pienamente consapevole che in Africa ci sono giocatori di grande intelligenza tattica, così come in Europa ci sono calciatori di grande creatività e in Brasile atleti con capacità fisiche notevoli. Le qualità individuali trascendono qualsiasi confine geografico", ha concluso Almeida, mettendo la parola 'fine' a questa scomoda faccenda.
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