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Girona, è crisi profonda: dalla Champions League all’incubo retrocessione. E non solo

Mattia Celio
Mattia Celio Redattore 
I biancorossi solo un anno e mezzo fa facevano il loro debutto in assoluto in Champions League ma adesso vivono una crisi, non solo sul campo, dalla quale non si trova una via di uscita.
00:10 min

Il Girona nel giro di poco tempo si è ritrovato in una situazione completamente capovolta. Solo due anni fa i biancorossi aveva conquistato una clamorosa qualificazione in Champions League demolendo in campo anche le big spagnole. Adesso la storia è completamente diversa. Quei tempi sono svaniti nel giro di poco tempo e adesso i catalani sono sprofondati in una crisi da cui sembra difficile uscire. Una crisi "simboleggiata" dal proprio allenatore.

Quei tempi bellissimi andati sfumati: la crisi sembra non avere fine

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Due partite, due KO. Ultimo posto in classifica con 0 punti e solo una rete segnata e ben 7 subite. E pensare che solo un anno fa il Girona si godeva per la prima volta nella storia il calore e l'atmosfera della Champions League. Quei giorni ormai sono stati cancellati. La situazione si è completamente capovolta. E' vero che sarebbe stato difficile ripetersi ma certo i tifosi biancorossi non si aspettavano di vivere un incubo come questo dal quale sembra veramente difficile trovare una via d'uscita.

"Ho detto loro che oggi non mi sento rappresentato da loro, è dura e difficile". Le parole di un Miguel che ha sofferto come mai prima in questi ultimi mesi, spiegano perfettamente la crisi di un Girona fanalino di coda che non si è ancora ripreso. Infatti, nonostante abbia iniziato il 2025 con una vittoria nei minuti di recupero a Mendizorroza contro l'Alavés, l'anno è stato a dire poco disastroso per il club biancorosso.

Come ricordiamo, infatti, il Girona non ha potuto godersi la competizione europea a cui probabilmente non avrebbe più partecipato a causa di infortuni e un calendario pessimo, giocando inoltre contro squadre come PSG, Arsenal, Liverpool e Milan. Nella seconda metà del campionato scorso, la disaffezione tra i giocatori e il progetto, e il messaggio di Míguel Sánchez, avevano scosso del tutto l'ambiente al punto da dover lottare per evitare la retrocessione, cosa che i biancorossi hanno vissuto in prima persona nelle ultime quattro giornate. 

Crisi Girona, non solo il fatto campo: il tetto salariale

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I risultati in campo non sono stati l'unico momento buoi del Girona. Un altro problema che i catalani hanno dovuto affrontare è stato qualcosa di molto più impegnativo che vincere una partita: la questione relativa al tetto salariale a causa della riduzione degli introiti derivanti dal passaggio dalla Champions League alla mancata partecipazione alle competizioni europee. E anche l'estate non ha aiutato.

La lentezza nel liberare giocatori non considerati, come Miovski, o altre transazioni date per scontate, ha messo alle strette la dirigenza sportiva, che, a pochi giorni dalla chiusura del mercato e con il campionato già in corso, vede altre squadre arrivate a puntare diversi giocatori, i quali, data l'esitazione del progetto, non sono contrari ad andarsene. Ma il club non intende cederli.

Inoltre, dopo la debacle nell'ultima partita contro il Villarreal (5-0), il tecnico Miguel Sanchez ha usato dure parole verso la dirigenza: "Sembra che aspettiamo la chiusura del mercato prima di iniziare a giocare. Sono molto deluso. Tutta la squadra ha la sensazione di non essere una squadra". Parole che esprimono tutta la delusione non solo del tecnico ma anche di una squadra che si sente letteralmente presa in giro. 

Oltre a tutte queste condizioni, c'è un certo nervosismo nell'ambiente per non avere ancora un nove titolare di riferimento. Stuani, per quanto leggendario, non può sostenere la squadra a 38 anni. Inoltre manca un centrocampista organizzatore, che sembra non arrivare. Elementi indispensabili per gli schemi del tecnico del Girona. Una serie di errori di cui adesso il club andaluso ne sta seriamente pagando le conseguenze. E siamo solo alla seconda giornata.