Nel calcio inglese, un soprannome non è mai solo un vezzeggiativo. Alcuni affondano le radici in leggende locali, altri rimandano a un passato industriale e operaio, altri ancora si ispirano a colori sociali, animali araldici o tradizioni di quartiere. Ognuno racchiude un mondo, un simbolo, un immaginario collettivo che unisce città e tifosi. I Reds, i Blues, i Toffees, gli Hammers… E poi i Gunners e i Magpies: Arsenal contro Newcastle.
Calcio e cultura
Gunners contro Magpies: la storia dei soprannomi di Arsenal-Newcastle

NEWCASTLE UPON TYNE, INGHILTERRA - 2 NOVEMBRE: I tifosi espongono un tifo raffigurante un membro delle forze armate in occasione del Remembrance Day, prima della partita di Premier League tra Newcastle United FC e Arsenal FC a St James' Park, il 2 novembre 2024 a Newcastle upon Tyne, Inghilterra. (Foto di Stu Forster/Getty Images)

Non parliamo solo di due tra i club più longevi e seguiti d’Inghilterra, ma di due realtà con narrazioni ben distinte cucite addosso: militare e industriale quella dei londinesi, popolare e folcloristica quella dei bianconeri del Nord-Est. Ma perché proprio “Gunners”? E cosa c’entrano le gazze con il calcio a Newcastle?
“The Gunners”: gli artiglieri dell'Arsenal

Più che un soprannome, quello dell’Arsenal è letteralmente un marchio di fabbrica. Il club nasce nel 1886 nel quartiere operaio di Woolwich, a sud-est di Londra, sede di uno dei più importanti arsenali militari del Regno Unito: il Royal Arsenal, centro nevralgico della produzione di artiglieria, munizioni ed esplosivi per l’esercito britannico. I fondatori sono gli operai e artiglieri impiegati nel complesso, e l’identità del club diventa presto un’estensione naturale della loro professione e personalità.
Inizialmente la squadra si chiama Dial Square, dal nome di uno degli edifici dell'arsenale, e proprio lì nasce il soprannome che ancora oggi contraddistingue il club:The Gunners, gli artiglieri. Pochi mesi dopo, il nome viene cambiato: prima in Royal Arsenal, poi in Woolwich Arsenal, a sottolineare sempre più il legame con l’identità militare e industriale della zona. Quando, nel 1913, la sede si trasferisce a Highbury, nel nord della capitale, il riferimento geografico viene lasciato indietro. Ma l’anima rimane intatta: I Gunners continuano ancora oggi a rappresentare quell’eredità. E ancora oggi sullo stemma ufficiale c'è un cannone.
Il soprannome dell’Arsenal, dunque, è un frammento vivo di storia industriale e militare, che accompagna il club da oltre un secolo. I tifosi, con orgoglio, si definiscono Gooners, variante popolare e affettuosa del soprannome ufficiale. Un’identità solida, inconfondibile, che parla di fabbriche, disciplina e orgoglio operaio.
“The Magpies”: le gazze di Newcastle

Se i Gunners legano la loro storia al rombo dei cannoni, i Magpies spiccano il volo sulle ali di un volatile tanto comune quanto inconfondibile: la gazza ladra. Il soprannome della squadra di Newcastle, infatti, deriva semplicemente dai colori sociali: bianco e nero, proprio come il piumaggio delle gazze.
A differenza dell’Arsenal, per il Newcastle United l'origine del nome non ha legami con mestieri o simboli storici. Il club nacque nel 1892 dalla fusione di due squadre locali, il Newcastle East End e il Newcastle West End, con l’obiettivo di unire sotto un'unica bandiera calcistica tutta la città. I colori iniziali erano il rosso e il bianco, ma nel 1894 il club adottò definitivamente il bianconero, probabilmente per distinguersi dalle altre squadre locali e guadagnare una propria identità visiva.
Fu la gente a coniare spontaneamente il soprannome “The Magpies”, vedendo nella squadra qualcosa di immediatamente riconoscibile e familiare. D’altronde, in Inghilterra la gazza è un uccello dalla forte connotazione simbolica: è associata al chiasso, alla furbizia e alla tendenza a collezionare oggetti luccicanti. Una metafora inconsapevole ma perfetta per una tifoseria passionale, popolare, rumorosa e tenacemente legata alla propria città. Curiosamente, la gazza non compare nello stemma ufficiale del club, che mostra invece due cavallucci marini rampanti, in riferimento alla natura portuale della città, affacciata sul Mare del Nord. Ma per chi sale la scalinata di St. James’ Park, tra murales, bandiere e sciarpe, l’impressione è quella di essere parte di uno stormo.
Ma c'è anche un altro soprannome, più locale e meno tradotto: “The Toon”. Un nome che non ha nulla a che fare con i cartoni animati Warner Bros e molto con l’accento dei Geordies, gli abitanti di Newcastle, che pronunciano la parola “town” (cittadina) come “toon”. Una questione di fonetica più che di geografia, anche perché Newcastle è, a tutti gli effetti, una città. Ma nel gergo britannico, “town” può anche indicare il centro urbano, e il St James’ Park, stadio del club, sorge proprio nel cuore pulsante della città. Da qui, il legame stretto tra club e comunità, tra lo stadio e spazio urbano, tra la squadra e la “Toon”. Insomma, se i Gunners si portano dietro l’eco delle officine, i Magpies abitano tra i tetti della città, bianconeri come sempre, anche quando non si vedono.
Cultura popolare e identità

Nel caso di Gunners e Magpies, le differenze vanno ben oltre il nome. I loro sono due mondi opposti, due identità agli antipodi intimamente connesse al tessuto urbano e sociale delle rispettive città. I Gunners incarnano la Londra industriale, disciplinata, ordinata. C'è qualcosa di militare non solo nell’origine del club, ma anche nel modo in cui la squadra ha costruito nel tempo una reputazione di solidità, organizzazione, razionalità. Anche nei periodi più brillanti – dall’epoca di Herbert Chapman all’invincibilità di Wenger – l’Arsenal ha sempre conservato un’aura di eleganza austera, come si addice a chi ha un cannone nello stemma e una lunga tradizione borghese alle spalle. Persino il soprannome affettuoso dei tifosi, Gooners, ha assunto nel tempo una connotazione di orgoglio disciplinato, tra ironia cockney e culto identitario.

Dall’altra parte, i Magpies sono figli del Nord. Newcastle è una città operaia, affacciata sul mare, famosa per le miniere di carbone e per la sua comunità coesa e rumorosa. Il soprannome non racconta un’origine epica, ma una scelta estetica: i colori della maglia, il simbolo della gazza, un animale chiassoso e imprevedibile. Ma è proprio questa ruvida spontaneità ad aver cementato l’identità del club: la tifoseria dei Magpies è considerata tra le più passionali e fedeli d’Inghilterra, nonostante (o forse proprio per) la mancanza di trofei in epoca recente. Essere un Magpie significa appartenere a qualcosa di forte, popolare, legato alla terra e al folklore locale. Due soprannomi, due filosofie. Dove l’uno è rigore, l’altro è passione. Dove l’uno è cannone, l’altro è piuma. E ogni volta che si affrontano, si sfidano anche queste due anime del calcio inglese: l’aristocrazia urbana contro il romanticismo del Nord.
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