Esulta Enzo Maresca, esultano i suoi sostenitori a Siviglia e, soprattutto, festeggia un traguardo storico il Chelsea. Il club londinese con la vittoria di ieri sera ha platinato il calcio europeo, diventando l'unico club a laurearsi campione delle cinque maggiori competizioni Uefa. E tutto sommato, tra queste finali quella di ieri non è stata neanche quella più complessa da superare, data la grande differenza tecnica ma prevalentemente fisica tra le due formazioni. Il Betis ha promesso una grande serata ad i suoi tifosi con la rete nei primi minuti di Ezzalzouli su passaggio illuminante di Isco. La parola data, però, non è stata rispettata.
Il ritorno
Il Chelsea e l’arte del dominio: una Conference senza storia

Nel secondo tempo gli spagnoli non sono riusciti a dare continuità alla prestazione offerta nella prima frazione, e il Chelsea ne ha approfittato per travolgerli letteralmente. Al sessantacinquesimo Enzo Fernández ripristina la parità con un'incornata micidiale, ma non prima di un assolo di Cole Palmer, in cui ha monopolizzato la sfera per buoni venti secondi prima di sventagliare per l'argentino. E con il gol di Nicolas Jackson dopo soli cinque minuti, si apre la festa dei Blues. Completamente in balia dell'avversario la formazione di Pellegrini prova a sbilanciarsi in avanti per trovare il suo secondo gol della serata, ma i totalizzanti centrocampisti di Maresca neutralizzano qualsiasi tentativo trasformando qualsiasi azione da difensiva a offensiva. Partono così diversi contropiede in favore del Chelsea; e qualche sbavatura da parte degli andalusi, come quella di Sabaly in occasione del terzo gol, pesano come un macigno sul match.
A poco sono serviti gli spunti di Antony, che ha giocato probabilmente la sua peggior partita da quando indossa la maglia del Betis, ed i tocchi ammalianti di Isco, perché nel secondo tempo il Chelsea è sceso in campo con un piglio diverso. Ha inserito la quarta se non addirittura la quinta fino alla rete di Caicedo (1-4), apripista dei festeggiamenti in pieno recupero.

Chelsea is coming...
—Dopo qualche anno in cui le principali notizie sul Chelsea inerivano principalmente all'incredibile mole di calciatori presenti in rosa, il club londinese è di nuovo al centro della geografia calcistica del calcio europeo. La vittoria della Conference League è soltanto la ciliegina sulla torta di una stagione da protagonista da parte della formazione di Enzo Maresca, riuscita anche a strappare il pass per la prossima Champions League piazzandosi alle spalle di Liverpool, Arsenal e Manchester City. Superando soltanto nelle battute finali Newcastle, Aston Villa e Nottingham Forest.
In tal senso, la Royal Rumble per la massima competizione europea è stata significativamente diversa rispetto al successo in Conference League, quasi un'esercizio di stile per i Blues. Il Chelsea, infatti, ha vinto tredici partite su quattordici nella manifestazione, facendolo, tra l'altro, con tanti ragazzi del vivaio. Maresca, come ha anche sottolineato Rivista Undici, ha utilizzato la Conference League per lanciare moltissimi giocatori di talento, molti dei quali non sono riusciti a ritagliarsi un proprio spazio in altre competizioni. Addirittura, la lista compilata dal tecnico per la fase a gironi era priva di Wesley Fofana, Romeo Lavia e Cole Palmer, pedine essenziali nel suo scacchiere.
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Tra i giovani più interessanti ad aver ottenuto spazio citiamo Marc Guiu, ex Barcellona entrato nei minuti finali anche della finale contro il Betis. Lo spagnolo, nel 2023, è stato anche inserito nella lista Next Generation dei sessanta migliori talenti nati nel 2026, redatta dal quotidiano inglese The Guardian. Le statistiche registrate da Guiu sono esemplificative di quanto detto poc'anzi: in Premier League ha collezionato soltanto tre presenze, di cui nessuna da titolare e non ha fornito assist tantomeno realizzato gol. Tutto cambia in Conference League, in cui ha disputato sette match impreziositi da ben sei reti.
Insieme a lui, hanno stregato i tifosi anche Tyrique George, ala diciannovenne con dodici presenze in Conference, ed il terzino Josh Acheampong. I due natii di Londra rientrano in quel novero di giocatori a cui è stato concesso davvero molto spazio rispetto ad altri e che potrebbero diventare riferimenti importanti anche nella prossima Premier League. Con questo gran potenziale a disposizione, non c'è dubbio che il Chelsea si candida per tornare ad occupare una posizione tra le prime squadre d'Europa, grazie anche - se non soprattutto - ad un allenatore che ha ridato ai Blues credibilità e riconoscibilità.
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