Il Betis atteso da novanta minuti di fuoco nella tana della squadra polacca
C’è una città nel nord-est della Polonia, a due passi dal confine con la Bielorussia, dove il calcio è diventato un sogno collettivo. Białystok, 300.000 abitanti, vive il momento più alto della sua storia calcistica. La Jagiellonia, squadra fondata nel 1920 e attuale campione di Polonia, si gioca oggi l'accesso alla semifinale di Conference League. Mai, prima d’ora, era arrivata così lontano in Europa. E adesso, il ritorno contro il Real Betis ha il sapore dell’impresa.
Jagiellonia, una squadra che non vuole svegliarsi
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La sconfitta per 2-0 a Siviglia non ha spento l’entusiasmo. Anzi. I tifosi polacchi vedono in quella partita solo l’inizio di una possibile rimonta. “Nel nostro stadio può succedere di tutto”, hanno dichiarato a un inviato di Marca nella città polacca. E non è solo ottimismo: lo stadio municipale di Białystok, con i suoi 20.000 posti, è considerato uno dei campi più caldi e vibranti d’Europa. “Tiferemo per tutti i 90 minuti. Se segniamo subito, può cambiare tutto”, dice Jan Konoczuk, uno dei tanti tifosi che da mesi vivono sospesi tra realtà e sogno.
Rispetto per il Betis, ma senza paura
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I tifosi giallorossi conoscono il valore dell’avversario. Isco, Cardoso, Antony, Bakambu: sono nomi pesanti. “Isco è un maestro. Ma senza i passaggi degli altri, anche Bakambu fa meno paura”, osserva un altro supporter, consapevole dei pericoli ma fiero del cammino della propria squadra. C’è rispetto, sì. Ma nessuna resa anticipata. Jagiellonia non è più la cenerentola del gruppo, ma una realtà che si è conquistata tutto sul campo, guidata da un allenatore giovane e ambizioso come Adrian Siemieniec.
Tutta Białystok a sostenere i giallorossi
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Oggi 17 aprile, alle ore 18.45. il Betis entrerà in un’arena diversa da quelle della Liga. Białystok è un’altra cultura: qui si canta, si incita e si soffia sul fuoco per tutta la gara, non solo nelle fasi calde. “Sosterremo la squadra dal primo all’ultimo minuto. Qui non si tifa a intermittenza. Qui si crede”, spiega un tifoso.
I nomi di Pululu, Miki Villar, Jesús Imaz sono leggenda locale. Hanno trascinato la squadra, insieme a un gruppo unito e compatto, verso un traguardo che sembrava impossibile. Ora, davanti al proprio pubblico, vogliono provare a scrivere un'altra pagina.