In una lunga intervista concessa a The Athletic, sezione sportiva del New York Times, Ibrahima Konaté ha parlato di diversi temi. Dalla finale di Champions League al rapporto con Arne Slot, ecco cosa ha detto il difensore centrale del Liverpool.
Francia
Konaté non ha dubbi: “L’anno prossimo voglio vincere la Champions. E sull’Inter…”

La finale di Champions League e il rapporto con Slot
—Proprio dalla sfida tra Inter e Paris Saint-Germain è partito il difensore del Liverpool, ora impegnato con la nazionale francese: "Certo che mi sono divertito…si tratta di una finale di Champions, eravamo tutti impazienti. Avrei preferito giocarla con la mia squadra". Konaté è quindi soddisfatto ma non sazio: "La cosa più importante è non adagiarsi sugli allori. Abbiamo vinto la Premier League, il che è magnifico e ha reso tutti felici, ma non è un punto di arrivo. Voglio vincerla di nuovo l'anno prossimo. O vincere la Champions League". Le idee del difensore francese sono molto chiare.

"Quando inizierà la prossima stagione, non dovremo dimenticarci del titolo, perché l'abbiamo vinto ed è impresso nella storia, ma dovremo resettare e dire a noi stessi: ‘Quello è passato’. Ora abbiamo la voglia e la forza fisica e mentale per fare di nuovo quello che abbiamo fatto la scorsa stagione? E sarà più difficile, perché siamo i campioni e tutti vorranno batterci". Konaté ha poi parlato di Arne Slot, arrivato sulla panchina del Liverpool all’inizio della scorsa stagione. "Ha una filosofia di gioco un po' diversa: si concentra di più sul gioco di costruzione e sul tenere di più la palla. Ma non mi ha chiesto di cambiare nulla in particolare".
La mentalità di Konaté e la tragedia accaduta nella parata del Liverpool
—"Non ho giocato titolare la prima partita della stagione, ma sono entrato all'intervallo. Da quel momento in poi, l'obiettivo nella mia testa è stato chiaro: volevo vincere tutto in questa stagione e dare il massimo. Non dare la possibilità a nessuno, sia ai concorrenti per il mio ruolo che agli avversari. Ed è quello che è successo" ha raccontato il difensore ex Lipsia. "Sono molto contento della stagione che abbiamo fatto. Anche se ci sarebbe piaciuto andare un po' più avanti in Champions League. Ci si può dispiacere per questo, ma è successo in un periodo in cui non eravamo al meglio e avevamo accumulato molta stanchezza. Alla fine, siamo felici di aver conquistato la Premier League".

Konaté ha poi parlato dei fatti del 26 maggio, quando un'auto ha travolto la folla in festa per il successo del Liverpool: "Abbiamo provato delusione, tristezza, paura", dice. "Perché tutto era andato alla perfezione. E poi è dovuta accadere questa tragedia. Abbiamo vissuto qualche ora di tensione, anche qualche giorno, perché non sapevamo quale fosse l'elenco delle vittime. Eravamo davvero preoccupati che potessero esserci dei morti. Grazie a Dio, non ci sono stati morti, ma ci sono stati molti feriti. Auguro a tutti una pronta guarigione".

Ha poi proseguito: "Questa è la cosa più importante. E spero che nessuno rimanga segnato a vita da questa tragedia. È triste, perché avevamo trascorso un momento magnifico per tutti e alla fine è stato rovinato. Il fatto che nessuno sia morto è una consolazione. Ma ci sono stati comunque dei feriti, e questo è ciò che abbiamo ancora in mente. Spero che si riprendano tutti".
Come lo spogliatoio della Francia ha vissuto la finale tra Inter e Psg
—Konaté ha poi trattato un altro tema: la finale di Champions tra Psg e Inter. Con i compagni di nazionale, è stata una partita particolare: "La gente non ha gridato quando il PSG ha segnato", racconta Konate. "Ad essere del tutto sincero, non saprei dire chi tifava per chi". Dopo una breve pausa ha aggiunto: "Ok, per alcuni giocatori, lo so! Ma c'erano connazionali da entrambe le parti, quindi volevamo solo guardare una grande partita e goderci il momento insieme".
Per lui però era più di una semplice partita, visto il rapporto con tanti giocatori in campo: "Ad essere onesti, è stato difficile scegliere. Ovviamente sono di Parigi e tutta la mia famiglia tifa Psg. Non è una novità, lo sanno tutti. Allo stesso tempo, ho frequentato la stessa accademia di Marcus Thuram e ho giocato con Benjamin Pavard con la Francia. In particolare con Marcus, perché lo conosco da quando avevo 15 anni. Volevo che fosse felice".

"Pensavo solo: ‘Che vinca il migliore’. Ma ammetto di essermi schierato un po' di più con il Psg perché sono molto amico di Ousmane. Con la stagione che sta vivendo, sapevamo che se avesse vinto la Champions League, si sarebbe avvicinato al Pallone d'Oro". Ousmane è ovviamente Dembélé, grande protagonista della stagione trionfale del Psg. "Per uno come lui, che ha ricevuto così tante critiche, che ha avuto così tanti infortuni, che ha fatto un percorso così lungo, l'opportunità di vincere quel trofeo individuale quanto di più posso desiderare per lui".
Il futuro della Francia: Konaté punta al Mondiale 2026
—Infine, spazio anche per un pensiero sulla Francia e sui tanti giovani, come Doué, Barcola e Cherki: "Portano molta qualità e molta freschezza", dice Konate, che a 26 anni sta già acquisendo lo status di veterano all'interno dello spogliatoio. "Se l'allenatore li ha scelti, è perché possono dare qualcosa in più alla squadra. Rayan Cherki è appena arrivato, quindi non dobbiamo mettergli troppa pressione, ma ad essere sincero non ho alcuna preoccupazione per lui".
"Doué lo abbiamo visto quando è entrato in campo contro la Croazia [nei quarti di finale di Nations League a marzo]. Ha grandi qualità, la grande fiducia in se stesso che ha è impressionante. Olise è arrivato un po' di tempo fa e tutti abbiamo visto le sue qualità, sia sui calci piazzati che nel gioco normale. Ora c'è molta concorrenza per queste posizioni e questo è un bene. Perché quando c'è competizione, nessuno può permettersi di rilassarsi".

L’ultimo pensiero è stato per Didier Deschamps: "Quattordici anni con la nazionale è una cosa eccezionale. La maggior parte dei giocatori che sono qui sono cresciuti con Deschamps alla guida della squadra francese. Nel 2012 avevo 13 anni. Non ero ancora entrato in un'accademia. Vivevo nell'11° arrondissement e giocavo per il Paris FC. E oggi è il mio allenatore in nazionale". Un’era che sembra destinata a chiudersi dopo il Mondiale 2026, che Konaté ha già messo nel mirino: "Sappiamo che tutte le cose belle finiscono, ma il suo curriculum è magnifico. Il modo migliore per ringraziarlo e salutarlo sarebbe quello di fare in modo di finire con una nota positiva".
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