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L'ex calciatore tedesco Toni Kroos ha preso le difese di Vínicius, suo compagno di squadra ai tempi del Real Madrid. Durante il secondo tempo della partita di domenica contro il Barcellona, Xabi Alonso ha deciso di sostituire l'attaccante della Seleçao. Tuttavia, il classe 2000 non ha preso bene la scelta del tecnico spagnolo andando dritto verso gli spogliatoi per poi tornare in panchina con i suoi compagni. Di recente, Kroos ha parlato di questa vicenda ammettendo di stare dalla parte del brasiliano.
Due giorni fa, il Real Madrid ha vinto 2-1 il Clásico contro il Barcellona grazie alle reti di Kylian Mbappé, il quale ha calciato anche un rigore poi parato dall'ex Juventus Wojciech Szczęsny, e di Jude Bellingham. Grazie a questa vittoria, i Blancos hanno consolidato la prima posizione nella classifica della Liga. Tuttavia, il big match del campionato spagnolo ha fatto notizia soprattutto per diversi motivi: Lamine Yamal che, a pochi giorni dalla partita, ha dichiarato che "quelli del Real rubano e poi si lamentano" con conseguente rissa a fine partita; la rabbia di Vínicius al momento della sostituzione. Uscendo dal campo, il numero 7 dei Blancos ha addirittura detto che sarebbe andato via.
Di quest'ultima vicenda ne ha parlato Toni Kroos, il quale ha voluto difendere il suo ex compagno di squadra. Ecco le parole riportate dal quotidiano spagnolo AS: "Quando fai una prestazione eccezionale, soprattutto in una partita del genere, almeno non sei contento della sostituzione. Non mi è mai piaciuto essere sostituito. A dir la verità, non sono mai entrato nello spogliatoio subito dopo essere stato sostituito. Si può sempre giudicare molto dall'esterno. Vínicius potrebbe tenere la sua rabbia un po' di più per sé. Capisco la sua rabbia, ma le immagini che vedete non la trasmettono nel modo ideale. Voglio sottolineare che si tratta di una situazione emotivamente eccezionale trovarsi in campo in una partita come il Clásico. L'ho sperimentato molte volte, quindi non bisogna sempre prendere tutto così sul serio. Di solito anche gli allenatori non lo fanno, soprattutto quelli che hanno giocato".
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