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La FIFA non fa sconti: sanzioni alla Malesia e sospensione di sette giocatori

Danilo Loda
Danilo Loda
Sette giocatori resteranno fuori dai campi fino al settembre 2026. Coinvolta anche la federazione malese, condannata a versare 350.000 franchi di multa
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La FIFA ha reso ufficiale le sanzioni nei confronti della Federazione calcistica malese e dei sette giocatori coinvolti nello scandalo di falsificazione dei documenti di naturalizzazione. La vicenda, scoppiata a fine settembre, aveva provocato un’ondata di indignazione nel mondo del calcio asiatico. Le indagini hanno rivelato che la Malesia ha presentato documenti alterati per ottenere la naturalizzazione di diversi stranieri. Questo per consentire, a tali giocatori, di rappresentare il Paese asiatico in competizioni internazionali.

Dopo settimane di analisi e audizioni, la Commissione d’Appello della FIFA ha respinto l’istanza presentata dalla federazione malese. In sintesi ha confermato integralmente le pene stabilite in primo grado dalla Commissione Disciplinare.

Le sanzioni delle FIFA: sospensione e multe per i 7 giocatori

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Secondo la sentenza, tre calciatori argentini, Imanol Machuca (Vélez Sarsfield), Facundo Garcés  (Deportivo Alaves) e Rodrigo Holgado (America de Cali). insieme ai colleghi João Figueiredo, Jon Irazábal, Héctor Hevel e Gabriel Arrocha, sono squalificati fino a settembre 2026. In sintesi, in questo periodo, non potranno partecipare ad alcuna competizione ufficiale organizzata da FIFA o confederazioni affiliate. Oltre alla sospensione, i sette dovranno pagare, a testa, una multa di 2.000 franchi svizzeri, a causa della violazione dell’articolo 22 del Codice Disciplinare della FIFA, relativo alla falsificazione e all’uso improprio di documenti ufficiali.

Per la federazione malese, la sanzione economica è molto più pesante: 350.000 franchi svizzeri di ammenda. Oltre alla multa, ha anche l’obbligo di presentare, entro il 2026, un piano di revisione dei processi di verifica dell’identità dei propri tesserati.

Le reazioni e la linea difensiva della Malesia

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Nella sua difesa, la Federazione malese ha definito la decisione “inesatta e ingiusta”. La stessa sostiene che la documentazione era stata esaminata con cura e che i giocatori avevano agito “in buona fede”. Tuttavia, la FIFA giudica irrilevante la buona fede individuale. Al tempo stesso sottolinea la responsabilità diretta della federazione nella gestione e nel controllo dei documenti di nazionalizzazione.  Secondo il comunicato ufficiale della FIFA, “la presentazione di informazioni false o alterate mina l’integrità del sistema calcistico internazionale e compromette la parità di trattamento tra le federazioni”.

La Malesia avrà 21 giorni di tempo per presentare ricorso al Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS) di Losanna, ultima istanza disponibile per ribaltare la decisione. Tuttavia, fonti vicine alla FIFA ritengono difficile che il TAS accolga l’appello, perché le prove documentali sono più che chiare.