Il verdetto della Corte di Giustizia dell'Unione Europea (CGUE) che verrà emesso venerdì nel caso FIFAcontro l'ex centrocampista di Chelsea, Arsenal e Portsmouth, Lassana Diarra, potrà rivelarsi di fondamentale importanza nel mercato dei trasferimenti. Il verdetto potrebbe rivoluzionare tutto il sistema. Non sarà la prima volta, certo. Beh, ricordata la sentenza Bosman del 1995?
Ai tempi della Lokomotiv Mosca
Lassana Diarra, il verdetto nel caso FIFA si rivelerà una sentenza Bosman 2.0?
In base all'articolo 39 dei trattati di Roma, la sentenza Bosman dichiarò restrittivo il sistema dell'epoca, stabilendo che i calciatori dell'Unione europea possono trasferirsi gratuitamente, alla scadenza del contratto, in un altro club purché facente parte di uno stato appartenente all'Unione; inoltre se il contratto corrente ha una durata residua non superiore al semestre, il calciatore può firmare un pre-contratto gratuito con la nuova società.
E se il nuovo caso FIFA che riguarda da vicino Lassana Diarra si trasformasse nella nuova sentenza Bosman? Il verdetto di venerdì potrebbe davvero permettere ai calciatori di rescindere i contratti dai loro club senza che questi vengano risarciti. Ma vediamo nel dettaglio...
Il caso Diarra, ecco di cosa si tratta
—L'ex centrocampista di Chelsea, Arsenal, Portsmouth, Real Madrid, Anzhi Makhachkala, Marsiglia e Paris Saint-Germain (tra le altre), Lassana Diarra, nell'estate 2014 ha rescisso il proprio contratto con la Lokomotiv Mosca. I rapporti tra club e giocatore erano ormai arrivati ai minimi termini. Il problema riguardava lo stipendio di Diarra, con il club russo che accusò il calciatore di aver violato il contratto.
Fine del rapporto e rescissione del contratto. La Lokomotiv Mosca portò poi il calciatore alla camera di risoluzione delle controversie della FIFA per chiedere un risarcimento danni. La DRC si pronunciò a favore della società e inflisse al giocatore una multa di 10,5 milioni di euro.
In quel momento, poi, giunse a Diarra un'offerta da parte dei belgi dello Charleroi. Il trasferimento, però, poteva avvenire solo con la conferma della FIFA che Diarra avrebbe cambiato maglia senza che lo Charleroi dovesse scucire dalle proprie tasche nessuna cifra alla Lokomotiv Mosca. Nessuna garanzia a tal proposito da parte della FIFA dal momento che è la lega del campionato da cui il calciatore proviene (in quel caso la Super League belga) a dover rilasciare un documento di trasferimento internazionale. Senza questo il cambio maglia non può avvenire. E così fu. Successivamente Diarra ha intentato una causa legale contro la FIFA e la lega calcistica belga nel dicembre 2015. Un lungo processo durato anni che questa settimana porterà alla tanto attesa sentenza.
La causa Diarra
—La causa di Diarra è stata inoltrata dalla corte d'appello alla CGUE. La questione può essere ricondotta a due principi fondamentali del diritto dell'UE: il diritto alla libera circolazione delle persone e la salvaguardia della concorrenza nei mercati interni.
L'avvocato generale della CGUE, Maciej Szpunar, sull'argomento ha espresso un suo parere legale ponendo sul tavolo alcune domande di fondamentale importanza. La FIFA, in quanto autorità di governo del calcio, è andata contro i diritti di Diarra alla libera circolazione nel momento in cui gli è stata negata l'autorizzazione a trasferirsi allo Charleroi?
L'obbligo imposto a un club acquirente di coprire i costi della rescissione di un giocatore dal suo precedente club può influire sulla sua capacità di fare affari? Per Szpunar la risposta è affermativa. E se il parere dell'avvocato generale della CGUE, fosse anche quello della Corte? Ci troveremmo di fronte ad una vera e propria sfida in fatto di gestione del sistema di trasferimento dei calciatori.
E se la Corte si pronuncia a favore della FIFA?
—Non va scartata a priori la possibilità che la corte si pronunci a favore della FIFA. Così facendo, tutto rimarrebbe uguale a prima. Ma, in caso di decisione contraria, cosa succederebbe nel panorama calcistico su questo particolare tema? Potremmo iniziare a dire che cambierà il potere contrattuale nelle trattative di trasferimento e contratto dai club ai giocatori (e ai loro agenti).
Una soluzione, questa, che prevederà un numero sempre più crescente di contratti strappati. Ma non solo. E le commissioni di trasferimento? Ci saranno sempre meno certezze su questo particolare aspetto. Ci sarà la possibilità che venga creato appositamente un nuovo organismo di controllo che sia in grado di determinare quale e che tipo di risarcimento debba essere riconosciuto ad un club nel caso di uscita di scena di un calciatore? E, soprattutto, da chi dovrà essere risarcito?
Le conseguenze
—Che futuro si prevederà in tal senso? Gli interrogativi sono diversi. In Europa la contrattazione dei trasferimenti di calciatori è una prassi fondamentale per quei club che possono sostentarsi solo di questo. Una sentenza contro la FIFA porterebbe sull'orlo del baratro quei club medio-piccoli che seguono la politica dell'autofinanziamento e della sostenibilità economica.
Tutto, quindi, andrebbe a vantaggio dei club più grandi che avrebbero in quel modo maggior potere di convincimento sui calciatori di altre squadre. Insomma, sarà più facile vedere con maggior frequenza un calciatore presentarsi alla sua società chiedendogli la rescissione del contratto per abbracciare le lusinghe di club più blasonati pronti a offrire stipendi ben più alti e prospettive di carriera migliori.
Il caso Diarra come la sentenza Bosman?
—Alla fine della fiera la considerazione da fare è una sola. Il verdetto di venerdì, come detto in precedenza, sarà fondamentale per capire come cambierà il sistema di gestione dei trasferimenti di calciatori. Ci saranno cambiamenti sostanziali nelle prossime sessioni di mercato?
E, soprattutto, il caso Diarra si rivelerà una sentenza Bosman 2.0? Al momento ogni calciatore è libero di lasciare il club di appartenenza alla naturale scadenza del contratto. Ma una rescissione anticipata del contratto potrebbe non andare a genio alla stragrande maggioranza dei calciatori. Se la corte dovesse pronunciarsi contro la FIFA a quel punto ogni calciatore sarebbe libero di lasciare il proprio club in qualsiasi momento, ancora prima della scadenza del contratto. Non ci sono al momento certezze sul fatto che la Corte possa portare avanti lo stesso pensiero (e, dunque, la stessa decisione) dell'avvocato generale Szpunar. E comunque il caso non finirà di certo qui. La sentenza di venerdì non darà il verdetto definitivo sulla questione. Se ne riparlerà alle corti belghe...
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