Un colpo di Stato non riuscito

L’era di Kylian Mbappé non è mai realmente iniziata

L’era di Kylian Mbappé non è mai realmente iniziata - immagine 1
La stella nata all'Etihad nel 2017 non solo non brilla, ma sembra vivere ancora nell'ombra di due colossi che non è mai riuscito a detronizzare.
Lorenzo Maria Napolitano
Lorenzo Maria Napolitano

Dalla vittoria del Mondiale russo alla sonora sconfitta incassata dal Barcellona contro il Paris Saint Germain nel 2021, di Kylian Mbappé s'è parlato - giustamente - come un talento generazionale, sfociando però in modo improprio in un eccessivo sensazionalismo spicciolo e social-dipendente, fortemente in voga ultimamente. Il francese doveva essere il manifesto del nuovo che avanza, il suo calcio sarebbe dovuto essere il segno della nuova era, che si proponeva di detronizzare Lionel Messi e Cristiano Ronaldo; ma il prosieguo della carriera dell'attaccante ci ha detto qualcosa di significativamente diverso. In realtà, potremmo dire che l'era di Kylian Mbappé non è mai realmente iniziata.

D'altronde viviamo (da diversi anni) in un'epoca in cui anche l'evento più semplice, come un gol realizzato la domenica, diventa un cavillo sufficiente e necessario (per i sensazionalisti) per suffragare qualsiasi tesi, per quanto spesso sia strampalata e per nulla aderente alla realtà. Ne è un esempio la nostra Serie A, nel momento in cui ogni singola rete di un attaccante italiano diventa la cartina tornasole per lanciare paragoni con giocatori del passato, additando chi si pone in antitesi come: "Legato al passato" e "nostalgico". Ora, non ci sono dubbi che il 21 febbraio 2017  sia «Nata una stella all'Etihad», come ha meravigliosamente recitato Massimo Callegari in telecronaca quella sera, ma da quel momento Mbappé non ha mai brillato di luce propria, se non in determinate e isolate partite.

tifosi arsenal real madrid

Il "tentato" colpo di Stato

—  

Per spodestare Messi e Cristiano Ronaldo, oppure semplicemente fissare la propria bandiera sulla linea del tempo, infatti, era necessario mostrare altro, o di più, a 26 anni, soprattutto quando fai delle tue armi migliori una straordinaria dote atletica. Mbappé, nei successi della Francia o - dei pochi - del Paris Saint-Germain, è sempre stato un gran protagonista e ciò è ineccepibile, ma non è mai stato l'attore principale. La Coppa del Mondo del 2018 è un forte argomento in tal senso: quell'edizione iridata per quanto sia stato in grado di rubarsi la scena da teenager, non può non legarsi strettamente al nome di Antoine Griezmann, assolutamente decisivo in più occasioni; alle giocate da urlo di Paul Pogba, meraviglioso e dominante nella zona nevralgica del campo - insieme a N'Golo Kante; all'ineluttabilità di Raphaël Varane, che in quel periodo si confermava una vera e propria macchina da titoli, oltre che da salvataggi difensivi provvidenziali. Perché no, al grandioso rigore tattico di Didier Deschamps.

Alla luce di quanto ha inciso nel Mondiale del 2022, invece, si potrebbe pensare che si stia peccando di severità, ma nonostante le statistiche (8 gol e capocannoniere della manifestazione) e la gran prestazione in finale, la sconfitta è una sentenza senz'appello per quanto riguarda la sua Legacy e quella di Messi. L'argentino ha platinato il calcio, rispondendo a sua volta con una prestazione sontuosa, e posticipando l'eventuale passaggio di consegne ad un futuro ancora più prossimo. "Messi, il piede di Dio. Ma il futuro è del Re triste", si leggeva nella prima pagina della Gazzetta dello Sport il giorno dopo l'ultimo atto più bello di sempre. Dunque, pronunciandosi verso il francese, c'era un autorevole rimando alle prossime stagioni per conquistarsi la sua era. Ma, in questi tre anni, c'è riuscito?

Messi

La Coppa del Mondo è senz'altro uno dei principali metri di giudizio, ma non è di certo l'unico. In ambito europeo sono sicuramente determinanti, ai fini della qualificazione di un calciatore (ma con le dovute eccezioni), i risultati che vengono raggiunti in Champions League. Ebbene anche qui, Kylian Mbappé non ha avuto gran fortuna. Prima del Mondiale in Qatar aveva raggiunto una sola volta la finale, grazie anche alla grande connessione maturata con il compagno di reparto Neymar Jr. durante la stagione 2019/2020. In quell'annata, però, contraddistinta prevalentemente dallo stravolgimento della formula causa Covid, il francese ha segnato soltanto 5 gol nella massima competizione europea, tra cui una tripletta ai gironi contro il Club Brugge. E, infine, al termine di una manifestazione non del tutto semplice arrivò anche una prestazione anonima contro il Bayern Monaco, in finale.

La stagione successiva il classe '98 è riuscito ad essere maggiormente decisivo, ma gli otto gol segnati non si sono rivelati sufficienti per raggiungere la finale. Quell'anno infatti il Paris Saint-Germain s'è piegato in semifinale contro il Manchester City, che perderà a sua volta l'ultimo atto contro il Chelsea grazie ad un gol di Kai Havertz. Da quel momento, Mbappé è stato eliminato per ben due stagioni agli ottavi, ripresentandosi in una semifinale di Champions soltanto l'anno scorso contro il Borussia Dortmund, ma venendo nuovamente eliminato. E dopo una buona metà di carriera prestata al servizio del Paris Saint-Germain, nell'ultima estate è arrivata la chiamata irrinunciabile da parte del Real Madrid. Gli occhi di tutta Europa sono stati puntati sul club della capitale spagnola, che stando ai più era nuovamente teatro di una squadra galattica. Le aspettative, però, non sono state - al momento - soddisfatte.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Cos'è per noi oggi Kylian Mbappé?

—  

Quest'anno Kylian Mbappé ha segnato tanto, tantissimo, ma se è vero che i gol vanno soprattutto pesati e non soltanto contati, allora c'è da fare un ragionamento diverso. L'ex Psg ha realizzato ventidue reti nel campionato spagnolo, bottino soddisfacente, che permette al Real Madrid di restare ancorato al Barcellona al momento capolista. Ma i sette gol in Champions League non sembrano sufficienti per valutare positivamente questa sua prima stagione con la maglia del Real. Dal girone in poi, in cui tutto la formazione di Ancelotti in blocco non è stata particolarmente efficace, contro Manchester City, Atletico Madrid e Arsenal il francese ha mostrato il suo talento soltanto ai playoff. Nel doppio confronto contro la squadra di Simeone non ha brillato, per poi spegnersi definitivamente contro l'Arsenal, sia nel match di Londra che in quello del Bernabeu.

Tutto ciò evidenzia come l'era di Kylian Mbappé, non sia mai realmente iniziata. Oggi, seppur a latitudini differenti, Messi e Cristiano Ronaldo convincono ancora. Le loro gesta sono rumorose: l'argentino incanta tra le palme e le stelle di Miami, mentre il portoghese - a quota 23 gol e 3 assist - accumula reti come se il tempo fosse soltanto un opinione. Insomma, la loro presenza è ancora ingombrante, le loro ombre sembrano ancora coprire il terreno che Mbappé avrebbe dovuto conquistare. E dato il loro incredibile stato di forma, è parecchio probabile che li vedremo (ancora una volta) presentarsi alla Coppa del Mondo 2026 come protagonisti di un tempo che sembrava finito, e invece resiste testardo. Mbappé, dal canto suo, ci sarà. Avrà 27 anni e non sarà una promessa o un giovane re in attesa del trono. Ma sarà nel pieno della sua maturità. Il futuro è suo, dicono. Ma se ha già 27 anni (e a dicembre 2026 ne compirà 28), di che futuro stiamo parlando?

L’era di Kylian Mbappé non è mai realmente iniziata- immagine 4