Bruno Zuculini non è un nome qualsiasi per il popolo racinguista. Centrocampista di temperamento, cuore argentino e muscoli temprati da mille battaglie, ha fatto della dedizione la sua religione. Dopo una carriera costellata da infortuni e ripartenze, Zucu, come lo chiamano tutti a Avellaneda, è tornato con una sola missione: dimostrare di essere ancora fondamentale. Anche a costo di mettere in pausa la famiglia...e le ferie.
La curiosità
“Mia moglie voleva uccidermi”: Zuculini salta le vacanze e segna col Racing

RIO DE JANEIRO, BRAZIL - FEBRUARY 27: Bruno Zuculini of Racing Club celebrates after scoring the team's second goal during the Recopa Sudamericana 2025 Second Leg match between Botafogo and Racing Club at Estadio Olímpico Nilton Santos on February 27, 2025 in Rio de Janeiro, Brazil. (Photo by Wagner Meier/Getty Images)
In un calcio in cui spesso si celebra il lusso e il relax, la scelta di Zuculini di restare ad allenarsi durante la pausa estiva è una rarità. Una di quelle storie che raccontano quanto, per certi giocatori, la maglia pesi più del passaporto e del biglietto aereo. E se a casa qualche muso lungo c’è stato, in campo il sorriso è tornato eccome.

Quando allenarsi fa infuriare: “Mia moglie voleva uccidermi”, racconta Zuculini
—Mentre i suoi compagni si godevano il sole, i mojito e le acque trasparenti di qualche isola da sogno durante la pausa per il Mondiale per Club, Bruno Zuculini aveva un altro piano in testa: lavorare. E lavorare duro. Sì, perché mentre il Racing si fermava, lui accelerava. Il centrocampista, falcidiato da una serie di infortuni nella scorsa stagione, tra cui un fastidioso stiramento al soleo della gamba sinistra e un’operazione per un problema meniscale al ginocchio, ha scelto di non mollare nemmeno per un giorno.
Addio vacanze lunghe, benvenuti campo e palestra. “Abbiamo avuto 15 giorni di pausa, ma io ho continuato ad allenarmi e a rinforzarmi. Mia moglie mi voleva ammazzare perché siamo andati via solo tre giorni, ma mi capisce, sa come vivo questo lavoro e questo sport”, ha raccontato con un sorriso a metà tra il pentito e l’orgoglioso.
Il risultato? Si è visto subito: nella vittoria per 4-1 in amichevole contro l’Olimpia, Zuculini è entrato nel secondo tempo e ha pure segnato, raccogliendo un tap-in dopo una respinta del portiere su tiro di Salas. Non è un episodio isolato: aveva già trovato il gol nella sua ultima apparizione ufficiale ad aprile contro il Central Córdoba. Ora il fisico tiene, e l'entusiasmo pure. “Oggi ho il fiato e la condizione che servono. Se vado in avanti, devo andarci come si deve. Ma poi devo anche tornare indietro. Il mio fisico per ora me lo permette. Non lo faccio sempre, solo nelle occasioni che lo richiedono, anche se a volte mi sbaglio e vado troppo”, ha spiegato a ESPN, dimostrando umiltà e autocritica.

Tra la preparazione ed il capitolo Salas
—La preparazione, fatta in Paraguay a Ciudad del Este, è andata liscia come l’olio. “Per fortuna sono riuscito a iniziare bene e a finire ancora meglio. Abbiamo fatto una grande pretemporada”, ha aggiunto con soddisfazione. Resta solo un piccolo rimpianto: non aver segnato una doppietta. “Mi sono mangiato un altro gol clamoroso. Me lo porterò dietro tutta la notte”, ha detto, probabilmente già pensando a come rifarsi nella prossima.
E poi c’è il capitolo Salas, con cui si è abbracciato dopo il gol e che potrebbe salutare il club. “Ha fatto tutta la preparazione con noi, ha la maglia del Racing, ora lo vado a trovare nello spogliatoio perché è una gran persona, uno che mi ha aiutato a realizzare il sogno della mia vita: vincere un titolo con il Racing. Se va via o resta? È una questione dei dirigenti. Noi dobbiamo solo pensare a prepararci perché mercoledì abbiamo una finale”. Alla fine, la scelta di sacrificare il relax ha pagato. E anche se forse a casa sua si parlerà ancora per un po’ di quella vacanza ridotta a tre giorni, una cosa è certa: Zuculini è tornato. Con i muscoli tirati, i polmoni pieni e la testa dritta verso nuovi traguardi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA