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Ieri sera il margine d'errore per la formazione di Ancelotti era sottile come la lama di un rasoio. Al Real Madrid sono rimaste soltanto due carte da giocarsi: il campionato e la Copa del Rey. Nient'altro. E in una stagione in cui il club ha deciso di investire pesantemente per dar vita ai nuovi Galacticos, un'annata senza trofei suonerebbe come un verdetto impietoso. Sarebbe un fallimento, senza mezzi termini. Eppure, tra i fili logori delle pressioni e delle aspettative, il club della capitale è riuscito ad aggrapparsi al destino, al talento e ai colpi improvvisi dei suoi uomini.
Contro l'Athletic il Bernabeu ha vissuto una notte sospesa, piena di tensioni e silenzi trattenuti. Una partita che sembrava destinata ad un pareggio a reti bianche, che avrebbe assunto i connotati di una sentenza senz'appello per le sorti del campionato spagnolo. Ma il calcio, soprattutto da quelle parti, ama scrivere finali mozzafiato: Federico Valverde ha vestito i panni del supereroe ed al novantatreesimo ha indirizzato un siluro verso la porta difesa da Unai Simon. Un gol che ha il suono di un respiro dopo l'apnea.
Eppure, la vittoria non cancella alcune crepe. L'arbitraggio, per esempio, ha lasciato parecchi dubbi soprattutto ai tifosi del Real Madrid. Infatti, un fallo di mano evidente in area di rigore dell'Athletic non è stato fischiato, in un momento chiave della partita e che, senza l'intervento del centrocampista uruguaiano, avrebbe sicuramente dato vita ad aspre polemiche. C'è stato anche qualcosa che è andato oltre il risultato: ad esempio le prestazioni di Vinicius Jr e Jude Bellingham, che nelle ultime partite non hanno soddisfatto le aspettative. Il brasiliano ha cercato ripetutamente l'uno contro uno, ha tagliato dentro, ha anche segnato ma il Var gli ha tolto la gioia della rete. Resta, però, l'impressione di un fuoco che sta tornando ad ardere.
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C'è stata, poi, la classica e sinuosa danza di Luka Modrić. A 39 anni il croato resta il centro gravitazionale del gioco del Real Madrid: ogni azione passa per i suoi pedi, per la sua tecnica sublime con cui cuce il gioco e serve i compagni con passaggi millimetrici. Il Real Madrid sembra continuamente in cerca di un suo sostituto in quella zona del campo, ma l'ex Tottenham continua ad essere il solo direttore d'orchestra della squadra di Carlo Ancelotti. Grazie ad una sua partita straordinaria anche Bellingham è venuto fuori come suo solito: più intraprendente, più coraggioso. Ha sfiorato il gol in più di un'occasione.
E così, mentre i Blancos continuano la loro corsa ad ostacoli, questa vittoria rappresenta molto più di tre punti. La stagione resta ancora appesa ad un filo, ma con acrobati di questo livello il Real non ha sicuramente paura di affrontare questo intenso finale di stagione.
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