Il Mondiale del 2030 potrebbe trasformarsi nel torneo più grande della storia del calcio. A New York, il presidente della FIFA Gianni Infantino ha incontrato il numero uno della CONMEBOL Alejandro Domínguez, i vertici federali di Argentina e Uruguay e i presidenti di Paraguay e Uruguay, Santiago Peña e Yamandú Orsi. Al centro del vertice, la proposta di ampliare la fase finale a 64 nazionali, superando il format da 48 che debutterà già nel 2026.
Il sogno sudamericano
Mondiale 2030, la Conmebol rilancia: possibile espansione a 64 squadre

DOHA, QATAR - MAY 14: Gianni Infantino the FIFA President attends a state dinner at the Lusail Palace on May 14, 2025, in Doha, Qatar. The visit underscores the strategic partnership between the United States and Qatar, focusing on regional security and economic collaboration. (Photo by Win McNamee/Getty Images)

Verso il Centenario
—Domínguez ha rilanciato con forza il progetto, definendolo “una visione storica per il centenario della Coppa del Mondo”. L’idea era stata avanzata lo scorso marzo da un delegato uruguaiano, ma per la prima volta è stata portata direttamente al tavolo con Infantino. “Vogliamo unire, pensare in grande e rendere il calcio una festa globale”, ha dichiarato il presidente della CONMEBOL in un messaggio sui social.
L’espansione avrebbe un impatto diretto sul Sud America: con 64 squadre partecipanti, tutte le dieci federazioni della confederazione avrebbero altissime probabilità di qualificarsi. Una novità particolarmente significativa per il Venezuela, unico Paese della regione a non aver mai preso parte a un Mondiale.
Tra opportunità e polemiche
—Il 2030 è già destinato a essere un torneo senza precedenti, con sei Paesi ospitanti su tre continenti: Uruguay, Argentina e Paraguay in Sud America, più Spagna,Portogallo e Marocco in Europa e Africa. Un formato pensato per celebrare i cento anni dal primo Mondiale disputato a Montevideo nel 1930, ma che potrebbe diventare ancor più monumentale con l’espansione proposta.
Con 64 squadre, il numero totale di partite salirebbe a 128, il doppio rispetto al classico format da 32 team utilizzato dal 1998 al 2022. Una prospettiva che entusiasma parte del Sud America ma che suscita timori altrove. Il presidente della UEFA Aleksander Ceferin ha definito l’idea “sbagliata”, paventando un calo della qualità del gioco e la svalutazione delle qualificazioni continentali.
Claudio “Chiqui” Tapia, presidente della federazione argentina, ha invece parlato di “un incontro fondamentale per trasformare un sogno in realtà”. Infantino, da parte sua, non ha ancora preso una posizione ufficiale. La FIFA dovrà decidere se dare seguito alla visione sudamericana o se mantenere il piano già approvato, trovando un equilibrio tra spettacolo globale e sostenibilità organizzativa.
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