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Una giornata che resterà impressa nella storia del River Plate. Ieri, al Monumental, gremito come nelle grandi occasioni, oltre 25.500 soci hanno partecipato alle elezioni per scegliere il nuovo presidente del club. Un’affluenza mai vista prima, che ha frantumato il record del 2021 e ribadito la vitalità democratica di uno dei club più gloriosi del calcio sudamericano.
Stefano Di Carlo, appena trentasei anni, è riuscito a conquistare la fiducia dei soci con il 61,77% dei voti, il risultato più alto mai registrato nei 124 anni di vita del River. Il giovane dirigente prenderà il posto di Jorge Brito, assumendo la guida del club in un momento complesso dal punto di vista sportivo ma ricco di ambizioni per il futuro.
L’atmosfera al Monumental era elettrica già dalle prime ore del mattino. Alle 10 in punto le urne si sono aperte e i primi soci hanno potuto votare attraverso un moderno sistema elettronico a scheda unica. La giornata si è trasformata in una grande festa popolare, con famiglie, bambini e tutte le generazioni di tifosi che hanno voluto essere parte di un evento storico.
Alle 20 si sono chiusi i seggi e nei 125 punti di voto allestiti all’interno dello stadio è iniziato lo scrutinio. Fin dai primi exit pole era chiaro che la vittoria sarebbe andata a Stefano Di Carlo. I corridoi del Monumental si sono riempiti di cori: “Di Carlo presidente”, mentre i sostenitori celebravano un successo ormai certo.
Poco dopo, il presidente della Commissione Elettorale, Ignacio Villarroel, ha annunciato i risultati ufficiali, sottolineando con orgoglio la trasparenza e la partecipazione straordinaria di questa elezione. Di Carlo ha superato nettamente gli altri candidati, distanziando Carlos Trillo, Luis Belli, Daniel Kiper e Pablo Lunati con un margine senza precedenti.
Nel suo primo discorso da presidente, Stefano Di Carlo è apparso emozionato ma determinato. Davanti alla stampa e ai sostenitori riuniti nella sala del Monumental, ha voluto ringraziare tutti i soci che hanno partecipato al voto, definendoli "i veri protagonisti di una giornata che entrerà nella storia del River".
"Voglio ringraziare i soci che sono venuti a votare, rendendo questa l’elezione più grande nella storia del River", ha dichiarato. "Comprendiamo il peso di questo evento e la responsabilità che comporta gestire ciò che appartiene a tutti i tifosi del club".
Poi, con tono fermo, ha aggiunto: "Spesso questi sono momenti di celebrazione. Io credo che questo sia un punto di partenza, non di arrivo. Inizia una nuova fase che richiede impegno, lavoro e sacrificio. Credo profondamente nel lavoro come principio di ogni successo". Le sue parole, accolte da un lungo applauso, hanno tracciato la linea del suo mandato: concretezza, disciplina e continuità.
Lunedì prossimo, il giorno dopo la sfida decisiva contro il Gimnasia nel Torneo di Clausura, Di Carlo assumerà ufficialmente la presidenza del River per il quadriennio 2025–2029. Accanto a lui ci saranno Andrés Ballota, Ignacio Villarroel, Mariano Taratutty e Clara D’Onofrio, figlia dell’ex presidente Rodolfo, a testimoniare la continuità di una gestione che dura da oltre un decennio.
Tra i punti chiave del suo programma ci sono la conferma di Marcelo Gallardo alla guida tecnica e l’ampliamento del Monumental fino a 100.000 posti, un progetto simbolo della nuova era che il club intende vivere. Obiettivi ambiziosi, che si legano alla volontà di consolidare l’eredità vincente costruita dal 2013 e di proiettare il River verso un futuro ancora più grande.
Con l’elezione di Stefano Di Carlo, il River Plate apre un nuovo capitolo della sua storia. Giovane, preparato e con una visione moderna, il nuovo presidente eredita una società solida ma chiamata a ritrovare la sua identità sul campo.
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