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Il calcio si prepara a un'altra importante evoluzione. L'IFAB (International Football Association Board), l'ente che governa le regole del gioco, sta studiando una serie di modifiche significative. L'obiettivo è duplice: aumentare la fluidità del gioco e l'equità delle decisioni. Dopo le discussioni degli ultimi mesi, due riforme principali sono al centro dell'attenzione: l'estensione del protocollo VAR e una modifica epocale della regola del fuorigioco. Si tratta di interventi mirati a modernizzare lo sport, riducendo le interruzioni inutili e favorendo lo spettacolo.
Una delle innovazioni più attese e discusse riguarda il VAR. Attualmente, il protocollo vieta l'intervento della tecnologia in caso di ammonizione, consentendolo solo per quattro casistiche: espulsioni dirette, calci di rigore, gol (e falli nell'azione che porta alla rete) e scambi d'identità. Questo crea una zona grigia che genera spesso polemiche: se un arbitro commette un "chiaro ed evidente errore" nel non assegnare una seconda ammonizione o nell'assegnarla in un azione che in realtà doveva essere fermata prima (l'esempio è il secondo cartellino giallo di Tomori in Empoli-Milan, che commette un fallo su un giocatore che riceve palla in posizione di fuorigioco), il VAR non può intervenire.
L'IFAB sta seriamente valutando di colmare questa lacuna e la proposta sul tavolo è quella di permettere al VAR di segnalare all'arbitro un intervento che meriterebbe il secondo cartellino giallo o la sua cancellazione. Questa modifica aumenterebbe senza dubbio la coerenza disciplinare, anche se apre un dibattito sul potenziale aumento delle interruzioni di gioco.
Oltre agli interventi tecnologici sullo sport, l'IFAB continua la sua battaglia contro le perdite di tempo, considerate uno dei principali freni della fluidità del gioco. Dopo l'introduzione di un calcolo più severo del tempo di recupero, si studiano ulteriori misure per velocizzare il ritmo di gioco. Tra queste, l'introduzione di un cronometro per l'esecuzione delle rimesse laterali e dei rinvii dal fondo. Questa proposta mira a limitare i tempi morti e a scoraggiare i comportamenti ostruzionistici, costringendo i giocatori a rimettere rapidamente il pallone in gioco.
La proposta forse più dirompente, destinata a cambiare l'estetica stessa delle partite e le tattiche difensive, è la cosiddetta "regola Wenger", che è stata rimessa sul tavolo delle discussioni dell'IFAB. Fortemente voluta dall'ex allenatore dell'Arsenal, ora a capo dello sviluppo mondiale del calcio per la FIFA, quest'idea intende ribaltare la prospettiva attuale del fuorigioco.
Se oggi basta una minima parte del corpo (con cui si può segnare) oltre la linea del penultimo difensore per essere sanzionati, con la nuova norma un attaccante sarebbe considerato in gioco se qualsiasi parte del suo corpo è in linea con il difensore. In termini pratici, per essere in fuorigioco, l'attaccante dovrebbe essere completamente oltre l'avversario (da qui il concetto di "luce" fra i due corpi). Questa modifica, già in fase di sperimentazione in alcune leghe minori, è pensata per favorire il senso offensivo del gioco, promettendo un aumento significativo del numero di gol.
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