Il 29 ottobre, una violenta alluvione ha colpito Valencia e le conseguenze sono state devastanti: morti e danni alle diverse comarche. In particolar modo, la località di Horta Sud ha subito danni importanti. Tra questi, anche lo stadio El Palleter, dove il Paiporta gioca le partite in casa. Quel tragico evento avvenuto sei mesi fa ha spazzato via 103 anni di storia della squadra valenciana: fotografie, ricordi e trofei andati perduti in mezzo al fango. Adesso lo stadio è ancora in fase di ricostruzione, mentre gli azzurri possono tornare a festeggiare visto che hanno vinto il titolo di campione della Prima Federazione Valenciana con 4 partite d'anticipo. Grazie a questo successo, è arrivata anche la promozione in Lliga À Punt Comunitat.
Le parole del presidente e dell'allenatore
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Juanjo Casan, presidente del Paiporta la cui casa è stata devastata dall'alluvione, ha commentato il risultato della sua squadra: "Lo dedichiamo a tutto il popolo di Paiporta, che ha sofferto tanto negli ultimi mesi, e in memoria di coloro che non sono più con noi. Il calcio è stata una valvola di sfogo per le disgrazie che abbiamo sofferto in queste città dopo la tragedia. Non ho mai visto uno spogliatoio così unito in vita mia".
Ecco, invece, le dichiarazioni dell'allenatore, Alvaro Orti: "Pochi giorni dopo l'infortunio, i ragazzi mi scrivevano: 'Mister, al mare o dovunque, ma torniamo ad allenarci. Ne abbiamo bisogno '. Il Gata de Gorgos ci ha dato cinque palloni ufficiali; il Córdoba ci ha inviato delle felpe; il Levante , il Leganés ... abbiamo persino fatto un torneo a Pinto per raccogliere fondi", racconta la delegata Mari Carmen, che vive in una zona di Torrent risparmiata dalla mareggiata e che negli ultimi mesi ha fatto da autista ai giocatori e "ad alcuni dei 230 soci che ci hanno accompagnato alle partite casalinghe al Municipal de Quart. Abbiamo fatto il nostro primo allenamento ad Almussafes, 2 o 3 giorni prima di tornare in gara. È stato davvero bello rivedere tutti, perché erano passate solo una o due settimane, ma è sembrato un'eternità. Non è stato un allenamento tipico, solo qualche rondò e una partitella; è stato un allenamento in cui ci siamo abbracciati".