Le dichiarazioni

La Palestina sogna il Mondiale: “Lottiamo per i bambini che stanno morendo”

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Il difensore della nazionale palestinese, racconta la difficile realtà del suo paese e la speranza di qualificarsi per il Mondiale nonostante le sfide e la lontananza
Giorgio Abbratozzato
Giorgio Abbratozzato

Yaser Hamed, difensore della Palestina e cresciuto nelle giovanili dell’Athletic Club, racconta sulle pagine di AS la difficile realtà del suo Paese e il sogno storico della sua squadra: qualificarsi per la prima volta al Mondiale. Nonostante l’esilio e la guerra, il calcio diventa uno strumento di resistenza e speranza per lui e i compagni, che si allenano in Qatar lontano da casa, spinti dalla motivazione di rappresentare la Palestina con orgoglio e dignità.

Per la Palestina il Mondiale è a un passo

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La Palestina è a un solo passo dalla fase finale delle qualificazioni al Mondiale 2026. “Abbiamo una selezione molto buona e possibilità reali”, spiega Hamed. La partita decisiva contro Oman determinerà chi passerà all’ultimo turno, un traguardo mai raggiunto prima. Il contesto politico e la guerra rendono questa impresa ancora più significativa.

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Allenarsi in esilio, lontani dalla terra natale

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La squadra non può giocare in Palestina e si allena in Qatar, dove riceve supporto e solidarietà. “Qatar ci accoglie molto bene e ci aiuta a prepararci”, racconta Hamed. Tuttavia, la mancanza del calore del pubblico di casa pesa molto: “Anche se sei locale, giochi sempre in trasferta. È più freddo senza il sostegno della nostra gente.”

Il calcio come resistenza e motivazione per la Palestina

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In mezzo alla devastazione di Gaza, i giocatori palestinesi usano il calcio per alzare la voce e mantenere viva la speranza. “Abbiamo la possibilità di rappresentare la Palestina e lottare per ciò che meritiamo”, dice il difensore. I messaggi ricevuti dai familiari a Gaza sono dolorosi ma rappresentano una fonte di forza per affrontare ogni partita: “Ci motivano a dare il 200% in campo, per i bambini che stanno morendo.”

Le radici e la formazione all’Athletic Club

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Nato a Leioa da padre palestinese e madre spagnola, Yaser Hamed si è formato nelle giovanili dell’Athletic Club, dove ha imparato valori importanti: “Mi hanno insegnato cosa significa famiglia, responsabilità e costanza.” Anche se ora gioca in Medio Oriente, mantiene legami forti con Bilbao e con i compagni di squadra di un tempo.

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Una carriera tra Arabia Saudita, Qatar ed Egitto

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Dopo aver giocato in vari club del Medio Oriente, Hamed è ora al Al Gharafa in Qatar, dove condivide lo spogliatoio con il fratello Jamal e con giocatori di alto livello come Joselu e Rodrigo Moreno. “Giocare con grandi calciatori e persone così umane è un’esperienza preziosa,” racconta.

Il calcio arabo in crescita e senza pregiudizi

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Il difensore sfata i pregiudizi sul calcio in Asia e nei paesi arabi: “Le leghe stanno migliorando molto, la Saudi Pro League è la più forte in Asia e Qatar sta crescendo.” La presenza di campioni mondiali ha aumentato il livello competitivo, dimostrando che questi campionati sono un futuro importante per il calcio mondiale.

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Un futuro incerto ma con la Palestina e la famiglia nel cuore

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Con la stagione finita, Yaser ha in programma di tornare a Bilbao per ricaricare le energie, prima di decidere il suo futuro professionale. “Ho finito il contratto con Al Gharafa, parlerò con il club e vedrò cosa fare.” Intanto, continua a lottare con la nazionale per portare la Palestina sul palcoscenico mondiale.