Pedro Porro è stato uno dei protagonisti della vittoria del Tottenham in Europa League. Lo spagnolo si è aperto in una lunga intervista al The Guardian, parlando della sua stagione oltremanica e di tanto altro ancora.
Premier League
Tottenham, Pedro Porro senza freni: “Bello vincere, aspetto i nuovi meme su di noi”


La gioia di Pedro Porro dopo aver vinto l'Europa League rappresentando il Tottenham
—Le prime parole di Porro sono legate al post-partita di Bilbao: “È stata dura per me. Hai appena vinto qualcosa di enorme, hai tutta la tua famiglia lì, tutti i tuoi compagni di squadra, tutte le persone…” Parole diverse da quelle che solitamente dice chi vince. Lo spagnolo è stato però selezionato per il test antidoping dopo la finale. Dopo i momenti persi Porro però non ha esitato a recuperare: “Alla fine ci siamo ricongiunti”. E la festa è iniziata, fino a tarda ora e anche nella giornata seguente: “Volevamo continuare un po', è normale. Anche se io dovevo andare perché mia figlia piccola era stanca. È stato un anno lungo e difficile ed è stato bello festeggiare insieme”.

Porro esulta dopo la vittoria a Bilbao. (Photo by Michael Steele/Getty Images)Porro ha parlato della reazione del popolo del Tottenham alla tanto attesa vittoria dell’Europa League, togliendosi qualche sassolino dalla scarpa: “Erano più di 40 anni che non si vinceva un trofeo europeo. La reazione della gente è stata bellissima. Quando sali sull'autobus e giri per Londra, ti rendi conto di quanto sia importante per loro. Vuol dire cambiare la vita di intere famiglie. Avevano sofferto. Anche noi abbiamo sofferto dentro, ogni giorno”.
La rivincita del Tottenham
—Una gioia e una sofferenza che lasciano spazio anche alla sensazione di rivincita: “Non ci interessa che siamo diventati un meme. Si tratta soltanto dell’opinione della gente. Chiaro che ti arriva ma non ci interessa. Anzi, li ringrazio, perché possono essere una motivazione in più, benzina per alimentarci. E abbiamo vinto. Che parlino e che facciano i meme ora”.
In Inghilterra c’è una frase, sarcastica, usata dai tifosi delle altre squadre quando il Tottenham non riesce a vincere: “Ragazzi, è il Tottenham”. Porro, dopo aver riso, ha detto. “Sì, siamo il Tottenham. Dobbiamo credere di essere una grande squadra. Ora la gente deve rispettare un po' di più il Tottenham perché ha vinto l’Europa League. La stagione era stata pessima in Premier League e vincere un titolo europeo ha portato tanta felicità. I tifosi hanno sofferto, anche noi abbiamo sofferto. Ma non è come si comincia, è come si finisce, lo dico sempre”.
Il rapporto tra il terzino e Postecoglou
—Adesso che la stagione per i club è finita, per chi non sarà al Mondiale per Club, Porro si dice totalmente concentrato sulla Spagna, pur parlando ancora del Tottenham e del futuro di Postecoglou: “Non penso al calcio di club in questo momento perché sono qui con la Spagna e abbiamo due partite importanti questa settimana. Tuttavia se Postecoglou restasse sarebbe positivo per lo spogliatoio. Ha costruito un ottimo gruppo e anche gli allenatori hanno bisogno di tempo. In campionato le cose non sono andate bene, ma ci ha fatto vincere un trofeo. Anche questo è importante. Chi ha un peso nello spogliatoio deve capirlo. Ma, come ho detto, ora penso alla Nazionale; ci sarà tempo per questo”.
Una frase un po’ criptica quella di Porro sul legame tra lo spogliatoio e Postecoglou, subito rettificata: “Semplicemente che anche se siamo all'interno sappiamo più o meno come vanno le cose, no? Non voglio mentire, mi ha fatto male sentir dire che lo avrebbero licenziato, ad essere sincero. Sono molto legato a lui. È stato un allenatore importante per me ed è grazie a lui che ho tirato fuori il mio calcio migliore in questi due anni. È complicato perché nel calcio in generale le cose non dipendono sempre da te ma, onestamente, in squadra, almeno secondo me, siamo contenti di lui".

Essere pragmatici è fondamentale per Pedro Porro
—Inizialmente il Tottenham puntava a fare bene sia in Premier League che in Europa League. “L'allenatore voleva partecipare a entrambe le competizioni perché è un vincente”, dice Porro. “Però quando si ha la chiara idea di poter fare qualcosa di grande, ci si concentra più su una cosa che su un'altra. Sapevamo che con la Premier League era impossibile raggiungere l'Europa e che l'unica opzione, l'unico obiettivo, era vincere l'Europa League. In Europa League, le richieste sono diverse. Bisogna concentrarsi sul pressing e sulla difesa. Lo avete visto: tre clean sheet nelle ultime tre partite. Non bisogna subire gol, poi davanti abbiamo grandi giocatori. Ci siamo detti che se avessimo mantenuto la parità avremmo avuto buone possibilità”.
Pedro Porro ha parlato anche della finale, molto chiacchierata in Inghilterra per l’atteggiamento difensivo del Tottenham. Da gennaio la squadra ha infatti sacrificato il bel gioco in favore del pragmatismo: “Guarda, è come la finale. Io dico a tutti: la gente può raccontare la storia di quella partita come vuole, l'importante alla fine è averla vinta. La gente dice che non abbiamo fatto un tiro in porta... quindi? Il calcio è così. A volte fai 50 tiri in porta e non segni, altre volte ne basta uno. Si chiama efficacia” ha concluso ridendo.
La reazione alle critiche del terzino spagnolo
—E un Porro particolarmente ispirato ne ha per tutti, anche per Arsene Wenger. Secondo l’ex allenatore dell’Arsenal entrambe le squadre, Tottenham e Man United, non meritavano l’accesso alla prossima Champions League, in virtù di quanto fatto vedere in Premier League: “Questa regola esiste da anni, non è una novità. Dobbiamo concentrarci su noi stessi, non su quello che dicono gli allenatori vecchi. E nemmeno su quello che dicono i nostri allenatori del passato”.

Porro ha parlato anche delle prese in giro nel calcio e delle critiche: “Chiaramente ti condiziona, ovviamente. È normale. Sei nuovo, sei in squadra solo da una settimana, era la mia prima partita. Ma è il calcio. E il calcio è capriccioso. Un anno dopo sono tornato a Leicester e ho segnato il primo gol della stagione. Il calcio è così. Ti fortifica. E come ho già detto: grazie per avermi preso in giro, perché anche questo mi rende forte".
"È vero che all'inizio fa male perché pensi: ‘Maledizione, fatemi respirare’. Ma è normale: è la pressione che si prova nel calcio. Hanno pagato 50 milioni di sterline per te. E io ho sempre avuto la mentalità di cambiare l'opinione della gente”. Un riferimento alle parole dell’ex allenatore del Tottenham Sherwood, che dopo una sola la partita lo aveva definito “così scarso che è incredibile”. Anche nei suoi confronti Porro si è preso una bella rivincita.
Pedro Porro e la sua delusione dopo l'assenza a Euro2024
—Lo spagnolo ha però ammesso che le critiche devono, secondo lui, far riflettere: “Bisogna essere duri, autocritici. Se qualcuno dice qualcosa del genere, è perché devi cambiare. Si cresce. È un percorso”. Così come ha fatto parte del percorso di Pedro Porro la mancata convocazione a Euro2024: “Non voglio mentire: mi ha fatto male. Venivo da un'annata molto buona, ma, beh, il calcio è così. Avevo due leggende davanti a me, Dani Carvajal e Jesús Navas, quindi è comprensibile. Entrambi hanno avuto il loro percorso. È come quello che è successo con Rodri e Sergio Busquets: finché non arriva il tuo momento devi attendere. Non c'è nemmeno bisogno di parlare con Luis [de la Fuente, ct della Spagna, ndr]: So che se ha deciso così è stato quello che ha pensato fosse meglio per la squadra. Ci conosciamo da molto tempo e non deve spiegarmi nulla. Aveva i suoi due giocatori e questo è quanto. Quello che conta è che abbiamo vinto gli Europei”.

La presenza fissa di Porro in nazionale e la Nations League
—Adesso che Carvajal è infortunato e Navas ha appeso gli scarpini al chiodo, Pedro Porro è stabilmente il titolare a destra della nazionale spagnola: “Non direi che ora mi sento un punto fermo, ma mi sento ogni giorno più sicuro. La continuità e la fiducia sono molto importanti, aiutano a sciogliersi. Se giochi una partita ogni anno non è la stessa cosa: arrivi con la pressione di dover dimostrare quanto vali. Ma De la Fuente ha sempre avuto fiducia in me. E ora abbiamo una semifinale contro una squadra molto competitiva. Le loro ali sono molto veloci, ma del resto quasi tutte le ali della Premier League sono veloci e forti".
"La Francia ha grandi giocatori, ma anche noi. Anche noi abbiamo le nostre armi. Poi c'è la finale. Quest'anno ho giocato più minuti di tutti, il che è importante per me. È stata una grande stagione e speriamo di poter mettere la ciliegina sulla torta domenica. È una Nations League, un trofeo. E quando si gioca per un trofeo, è importante”. Insomma, dopo l’Europa League Pedro Porro non vuole più fermarsi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA