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Venerdì 14 novembre, ore 20.45. Allo Stadio Nazionale di Varsavia Polonia e Olanda si incontrano in una sfida che promette scintille. Sul campo, gli Oranje partono da favoriti, forti di una tradizione calcistica elegante e spettacolare. Ma a tavola, i pronostici non sono così certi.
Anche per questa pausa Nazionali, abbiamo provato a immaginare una partita un po’ diversa dal solito: quella tra le cucine tipiche dei due Paesi impegnati nelle ultime due tappe per le qualificazioni al Mondiale 2026. Niente Lewandowski o Depay, né Dumfries o Zielinsky, quindi. In campo, solo per questa sera, scendono pierogi e stamppot, herrings e zrazy. Fischio d’inizio… e tutti a tavola!
La formazione polacca parte con un 4-4-2 di sostanza, costruito su basi solide e sapori di casa. A centrocampo dominano i pierogi, ravioli ripieni di carne, patate o cavoli, capaci di sfondare qualsiasi difesa con la loro morbida tenacia. Sulle fasce corrono il bigos, lo spezzatino a base di crauti, carne e spezie, e i gołąbki, gli involtini di cavolo ripieni di riso e carne, pronti a portare in campo tutto il calore dell’inverno mitteleuropeo.
In difesa, si schierano i krokiety, le crepes ripiene di carne, verza e funghi, a proteggere il risultato con disciplina e consistenza. In attacco, una coppia esplosiva: i paczki, le bombe polacche, ciambelle al rum glassate e ripiene di marmellata di rose. A difendere la porta, un titolarissimo: la szarlotka, il dolce polacco più amato, una torta di mele semplice ma infallibile, una sicurezza per ogni maledetta domenica.
Alla concretezza granitica dei rivali, gli Oranje rispondono con un 3-5-2 tutto dinamismo e colore. La regia del gioco è affidata allo stamppot, un piatto tradizionale a base di patate schiacciate e verdure, servito con una salsiccia affumicata, che dà compattezza alla manovra senza rinunciare al sapore. A dare movimento ci pensano le bitterballen, le polpettine di carne e besciamella accompagnate dalla mostarda, perfette per il contropiede.
In difesa si piazza il gouda, il formaggio tipico nazionale, saldo e rassicurante, mentre il maatjes haring, l’aringa marinata, scatta in profondità con il suo sapore insolito e marino. In attacco, gli stroopwafel: due cialde croccanti unite da caramello fuso, dolci come un gol al novantesimo. Una cucina diretta, familiare e senza fronzoli, fin qui. Ma, tra i pali, ecco la space cake, una new entry pronta a neutralizzare ogni incursione avversaria. Letteralmente.
La Polonia punta sui sapori robusti, di terra: piatti che riscaldano e saziano, come un muro difensivo impenetrabile. L’Olanda, invece, risponde con una cucina più leggera e creativa, fatta di comfort food e sapori semplici ma rassicuranti. A tavola, come sul campo, Polonia e Olanda si giocano tutto su filosofia e tradizione. La prima è solida, sostanziosa e un po’ old school, l’altra più pratica, accogliente e diretta. Quindi, gambe sotto il tavolo, televisore acceso, e... che vinca il migliore!
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