Porto-Roma: da Marcano a Mourinho, i doppi ex della sfida di Europa League
GELSENKIRCHEN, GERMANY - MAY 26: Nuno Valente of FC Porto hugs his manager Jose Dos Santos Mourinho after winning the Champions League during the UEFA Champions League Final match between AS Monaco and FC Porto at the AufSchake Arena on May 26, 2004 in Gelsenkirchen, Germany. (Photo by Alex Livesey/Getty Images)
Non solo il tecnico portoghese: ecco i quattro calciatori comuni a giallorossi e biancoblu, tra flop e vittorie
Alessandro Stella
Porto-Roma è senza dubbio la sfida più affascinante tra quelle previste nei sedicesimi di Europa League. Giovedì sera, ore 21 al Do Dragao, va in scena la gara di andata tra due possibili outsiders della competizione. Le due squadre, risultate non molto brillanti nel girone unico, tornano ad affrontarsi in Europa dopo sei anni. Allora il Porto, allenato dall’attuale tecnico del Milan Sergio Conceicao, superò agli ottavi di Champions League la Roma di Di Francesco al termine di una gara di ritorno ricca di polemiche. I portoghesi ribaltarono il 2-1 giallorosso dell’andata, imponendosi 3-1 ai supplementari. Entrambe le squadre in questa annata hanno peccato di continuità, senza riuscire a rispettare le attese nei rispettivi campionati. E ora, in vista del nuovo scontro europeo che potrebbe cambiare le sorti della stagione di uno dei due club, vediamo i 5 doppi ex principali di Roma e Porto.
Ivan Marcano
—
Ivan Marcano, difensore spagnolo, è l’unico doppio ex della sfida ancora in forza in uno dei due club. Il centrale classe 1987, vittima negli ultimi anni di due gravi infortuni al ginocchio, proprio negli scorsi giorni è stato re-inserito nella lista Uefa del Porto. Ma torniamo un momento indietro nel tempo. Marcano, dopo una serie di avventure tra Spagna e Grecia, si impone con la maglia del Porto dal 2014 al 2018. Quattro anni nelle vesti di leader della difesa dei portoghesi, con 104 presenze, 11 gol e un campionato portoghese conquistato nel 2017/2018. Poi nella stessa estate il passaggio alla Roma per 8 milioni di euro. Ma l’avventura capitolina è un flop totale: solo 10 apparizioni in maglia giallorossa e 1 gol in Coppa Italia contro l’Entella. Nell’estate 2019 il difensore torna quindi al Porto, con cui vince subito campionato, Coppa nazionale e Supercoppa. Da lì però l’inizio del calvario. Marcano si rompe il crociato due volte, la prima nel maggio 2020 fino al febbraio 2021. La seconda nel settembre 2023. Un infortunio che ancora oggi, dopo oltre 500 giorni, lo tiene fuori dal campo. L’inserimento nella lista Uefa forse rappresenta la fine di un incubo.
Dalle stalle alla Roma, alle stelle con il Porto. L’espressione comune risulta quanto mai calzante per Dmitri Alenichev. Il centrocampista russoclasse 1972, dopo un brillante inizio di carriera in patria tra Lokomotiv e Spartak Mosca, sbarca a Roma nell’estate del 1998. Centrocampista offensivo di classe sopraffina, eletto come miglior giocatore del campionato russo, amante dell’Italia. Ma anche molto incostante. Veste la maglia giallorossa solo per una stagione: 28 presenze, solo 2 gol e un feeling mai sbocciato con l’allenatore Zdenek Zeman. Poi un breve passaggio, ancora più fallimentare, al Perugia, prima di arrivare al Porto nel 2000. E qui la sua storia cambia. Con i lusitani Alenichev si trasforma in un altro giocatore, tornando a brillare come faceva in Russia. In quattro stagioni diventa un simbolo della squadra allenata da un giovane Josè Mourinho. Realizza 12 gol e vince 2 campionati, 4 coppe nazionali, 1 Coppa Uefa. E soprattutto la storica Champions League nel 2004, segnando il terzo gol nella finale contro il Monaco.
Sergio Oliveira
—
Sergio Oliveira invece è portoghese, vero figlio di Oporto dove nasce nel 1992. Centrocampista centrale in grado di ricoprire più posizioni e dotato di un buon senso del gol, Oliveira milita attualmente in Grecia all'Olympiacos. Ma la sua carriera, fin dalle giovanili, parte al Porto. Poi qualche prestito in giro per l'Europa, l'esperienza con il Porto B e infine un altro prestito. L'esordio tanto atteso con la prima squadra portoghese arriva nel 2015. Da quel momento fino al 2022, tranne un paio di altri semestri passati… in prestito, Oliveira colleziona oltre 100 presenze e 25 gol con i Dragoes, vincendo 2 campionati e altre 3 coppe nazionali. Nel gennaio 2022 il centrocampista passa, ovviamente sempre in prestito, alla Roma. La sua esperienza nella Capitale dura solo sei mesi (non verrà riscattato) ma il portoghese lascia comunque il segno. Subito al centro delle scelte dell'allora tecnico romanista Mourinho, Oliveira chiude la stagione con 14 presenze, 2 gol e una finale di Conference League vinta quasi da titolare.
Daniel Osvaldo
—
Daniel Osvaldo, estroso, controverso e fragile (un anno fa ha comunicato di soffrire di depressione) centravanti argentino ha di fatto passato gran parte in Italia. Nato nel 1986, Osvaldo dal 2005 al 2015, tranne un paio di stagioni giocate in Inghilterra e Spagna, veste le maglie di Atalanta, Lecce, Fiorentina, Bologna, Roma, Juventus e Inter. Ai giallorossi arriva nel 2011. In questi due anni a Roma Osvaldo è croce e delizia: lampi di classe, gol (27 in 55 presenze), ma anche liti con i compagni -Erik Lamela su tutti-, infortuni e un'espulsione per condotta violenta. Un'altra lite con il tecnico Aurelio Andreazzoli nel maggio 2013 sancisce, con rimpianti, la fine dell'avventura romana di Osvaldo. Due anni più tardi l'argentino passa al Porto ma il capitolo lusitano è da dimenticare. 7 apparizioni, 1 gol. Nel gennaio 2014 infatti il centravanti decide di voler tornare a giocare in patria e rescinde consensualmente il contratto con i portoghesi.
José Mourinho
—
Ultimo ma non per importanza. Non è un calciatore ma non si può omettere da questa lista José Mourinho, un allenatore che ha lasciato il segno in entrambe le squadre. Il Vate di Setubal approda al Porto nel gennaio 2002, dove trova come detto anche Alenichev. Dopo sei mesi iniziali di assestamento il tecnico portoghese dà il via ad un biennio d’oro e porta i Dragoes prima sul tetto del Portogallo e poi soprattutto su quello d’Europa. Se il periodo passato al Porto serve a Mourinho per iniziare a scalare l’olimpo del calcio, l’avventura alla Roma è utile per dimostrare di essere ancora un vincente. L’allenatore portoghese arriva nella Capitale nel 2021: la sua carriera parla da sola, nella leggenda è entrato già da un pezzo ma allo stesso tempo negli ultimi anni sembra in fase calante. A Roma i tifosi lo considerano un semidio e lui, pur faticando in Serie A, conduce i giallorossi al primo titolo europeo della loro storia: la Conference League 2022. L'anno dopo Mourinho sfiora il bis, perdendo una controversa finale di Europa League, ma a Roma non sarà mai dimenticato.