Quasi ai confini del mondo, molto oltre le nostre "colonne d'Ercole", campioni e talenti di tutti continenti si ritroveranno per affrontarsi in una nuova ed inedita competizione. L'obiettivo è solo uno: la vittoria. Questo sabato, 14 giugno, inizierà il nuovo Mondiale per Club targato FIFA. Si giocherà negli Stati Uniti d'America e vedrà le migliori 32 squadre del globo affrontarsi. Tra queste due eccellenze europee: i tri-campioni francesi del PSG e i rocciosi colchoneros dell'Atletico Madrid. Una sfida che mette di fronte anche due filosofie calcistiche diverse, quella di Luis Enrique e quella di Diego El Cholo Simeone.
Il confronto!
PSG e Atletico Madrid, filosofie mondiali! Il calcio verticale e offensivo contro il “cholismo”

BARCELLONA, SPAGNA - 21 GENNAIO: L'allenatore Diego Pablo Simeone (a sinistra) del Club Atletico de Madrid stringe la mano all'allenatore Luis Enrique Martinez dell'FC Barcelona durante la partita di andata dei quarti di finale di Copa del Rey tra FC Barcelona e Club Atletico de Madrid al Camp Nou il 21 gennaio 2015 a Barcellona, Spagna. (Foto di Alex Caparros/Getty Images)


La verticalità del PSG: pressing aggressivo e trazione offensiva
—Per la filosofia di Lucho si potrebbe partire dalle sue prime esperienze sulla panchina, che culmina nella sua prima grande espressione nel Barcellona dal 2014 al 2017. Ma come manifesto del gioco di Luis Enrique si può prendere anche l'ultima partita del Paris Saint-Germain.
Allianz Arena in Monaco di Baviera, sabato 31 maggio, ore 21. I Linkin Park hanno appena finito la propria esibizione d'apertura: Heavy is the Crown - ma non per i parigini rouge-et-bleu. L'obiettivo è completare il Triplete con la prima Champions League. In quella finale nella Baviera, davanti al PSG c'è l'Inter, che aveva fatto alzato solide mura difensive nel percorso europeo. Fischio d'inizio: i Campioni di Francia lanciano la palla in rimessa laterale a ridosso dell'area di rigore nerazzurra. Un gesto, quasi rugbistico, che nessuno ha inizialmente capito. Ma era una dichiarazione di intenti, come a dire "vogliamo stare là".

In effetti, l'arma principale con cui il PSG ha annientato l'Inter in quel 5 a 0 è il pressing asfissiante e aggressivo, volto ad esaurire e vanificare qualsiasi tentativo di uscire dal basso per i nerazzurri di Simone Inzaghi. L'intensità del gioco di Luis Enrique porta la sua squadra a dei recuperi palla in zone offensive o al centrocampo. Il volto di Ousmane Dembélé quando Yann Sommer batte la rimessa dal fondo (con la costruzione dal basso) è un altro manifesto della concentrazione tattica che serve al PSG di Lucho.
Nei suoi anni tra Roma, Barcellona, Nazionale spagnola e parigini, nonostante interpreti diversi, alcune idee tattiche permangono. Oltre all'intensità e all'aggressività, Luis Enrique ha sempre chiesto di tenere il controllo del gioco per una costruzione tattica organizzata e che possa liberale gli spazi verticali, principio fondamentale per la sua idea offensiva del calcio. Il tecnico spagnolo è diventato un vero maestro di questo sport, in grado anche di adattarsi ai giochi a disposizione: basti pensare che riesce a variare tra attacchi con centravanti e quelli con il falso nueve.

Il Cholismo: Atletico Madrid a immagine e somiglianza di Simeone
—Difficilmente si può trovare una squadra che rispecchi in maniera simbiotica il proprio allenatore. Arrivato nel 2011 sulla panchina dell'Atletico Madrid, Diego Simeone ha plasmato la squadra seguendo le sue idee tattiche. Nei primi anni coi colchoneros utilizza un 4-2-3-1, arrivando a conquistare Europa League e Supercoppa europea nel 2012.
Con il passare delle stagioni, il Cholo ha definito sempre di più il gioco dei madrileni biancorossi. Simeone pone le proprie basi tattiche sulla compattezza e l'aggressività in fase difensiva. In particolare, la squadra - partendo da un 4-4-2 - si dispone in maniera diversa. Questa flessibilità serve al tecnico per poter impostare quella solidità difensiva che diventa il trampolino di lancio per il contropiede (grazie a giocatori molto rapidi).

Il "cholismo" è diventato a tutti gli effetti una filosofia di gioco, basata sulla grande determinazione ed una mentalità combattiva. L'Atletico Madrid, in campo, lotta fisicamente su ogni pallone e difficilmente perde un duello. Negli anni, questa impostazione tattica è stata accusata di essere una rivisitazione del vecchio catenaccio, con una difesa chiusa e proiezioni offensive in contropiede. In realtà, il Cholo Simeone è riuscito a coniugare questa tendenza alla difesa serrata e rocciosa con l'idea del "giochismo" (seppur non nel classico tiki-taka di matrice iberico-catalana come quello ereditato da Luis Enrique).
Nonostante la prerogativa ad approfittare degli spazi in campo aperto su ripartenza, la ricerca di un'impostazione dal basso è una delle soluzioni offerte dai colchoneros. Questa possibilità di avere più armi a disposizione porta Simeone ad utilizzare sia giocatori molto fisici, che giocatori dalla tecnica sopraffina - alcuni riescono persino a coniugare tutte e due gli aspetti. Al centrocampo, ad esempio, due di questi sono Rodrigo de Paul e Koke. In attacco, varia molto tra le due punte pure (Alexander Sørloth e Julian Alvarez) o con un attaccante più tecnico come Antoine Griezmann. Proprio il mancino de LePetite Diable è una delle armi vincenti dell'Atletico Madrid del Cholo.

Una difesa organizzata e questa capacità letale in ripartenza, grazie agli esterni e ad attaccanti rapidi, ha già fermato i parigini proprio nell'attuale stagione di Champions League. Al 93esimo da una potenziale azione offensiva del PSG, l'Atletico Madrid con due lanci lunghi arriva in porta. Prima Oblak su Griezmann, che a centrocampo si ferma per aspettare l'inserimento dei suoi compagni; il francese vede Angel Correa ai limiti dell'area parigina che, finta di andare sul destro, gira sul sinistro e batte Donnarumma.
Non solo calcio! La ricchezza parigina contro la resistenza popolare dei colchoneros
—Quando si inizia a tifare veramente una squadra, si iniziano ad intravedere anche i motivi per cui si è scelto quei colori. Da subito, si capisce il perché: si tifa quel club perché in qualche modo rispecchia il proprio modo di vivere lo sport - e non solo. PSG e Atletico Madrid si affronteranno nel primo big match di questo Mondiale per Club targato FIFA. Due mondi paralleli che hanno avuto ruoli da protagonisti nel panorama europeo.

Sono due squadre che hanno un'identità che in questi anni si è andata definendo sempre di più. I parigini sono un club economicamente forte, in grado di competere con club come Real Madrid, Manchester City e Barcellona. Riescono a coniugare la dimensione globale, con le stelle del calcio, con un importante scouting nel trovare giovani talenti (Désiré Doué è tra questi). Chiaramente, la forza economica del Qatar Investment Authority di Nasser Al-Khelaïfi ha aiutato il club ad avere giocatori di primo ordine in tutti questi anni. L'idea tattica di Luis Enrique ha portato i rouge-et-bleu sul tetto d'Europa, anche andando oltre le grandi personalità come Kylian Mbappé e Neymar, pur non privandosi di altri profili di livello assoluto. La principale squadra di una capitale europea, cosmopolita, ma anche molto identitaria e orgogliosa, rispecchia a tutti gli effetti il carattere della città.

Dall'altra parte c'è "l'altra Madrid". Non quella blancos di Florentino Perez, altra macchina economica colossale. C'è quella biancorossa, quella popolare (anche se sono arrivati investimenti importanti), quella che per anni è stata lontana dalle vette de LaLiga. Poi è arrivato Diego Simeone, l'uomo che più di tutti ha rispecchiato il sentimento di essere degli outsider. Ben 14 stagioni sulla panchina dell'Atletico Madrid, il Cholo ha poi creato questa simbiosi con il popolo colchoneros. I principi di gioco rifletto delle posizioni morali: scendere in campo significa andare in battaglia. Simeone è un leader e un comunicatore, tocca le corde giuste, entra nella testa dei giocatori e li convince che sul rettangolo di gioco si deve lasciare tutto. L'intensità dell'Atletico Madrid è decisamente diversa da quella del PSG, è più battagliera.
Il cholismo è diventata una filosofia vera e propria, nel calcio quanto nella vita. Luis Enrique riesce perfettamente a spronare i suoi giocatori, soprattutto per indirizzarli al meglio nell'idea di pressing aggressivo e organizzato. Ma Simeone diventa quasi un profeta dei colchoneros, che sentono e vivono il calcio in maniera viscerale - come metafora della vita. Il tecnico spagnolo del PSG e l'allenatore argentino dell'Atletico Madrid si troveranno faccia a faccia, ancora una volta in carriera. Non sarà questa partita a decidere quale filosofia di gioco e di vita sia la migliore: continueranno a deliziare gli appassionati di questo sport e i tifosi delle due squadre, mettendo in campo tutta la loro identità che li rende unici e affascinanti.
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