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Le qualificazioni africane per il Mondiale 2026 stanno regalando diverse emozioni e storie inaspettate. L'ultima notizia che ha sorpreso tutti è stata la mancata presentazione della Guinea Equatoriale alla sua partita contro il Malawi. Uno scontro indiretto tra i calciatori della nazionale e la loro federazione a causa delle diverse variazioni del piano di viaggio hanno portato la squadra a decidere di disertare la sfida.
La FIFA e la CAF, con ogni probabilità, assegneranno la sconfitta a tavolino, ma a pagarne il prezzo maggiore è stato il commissario tecnico: Juan Micha.
La Guinea Equatoriale avrebbe dovuto affrontare il Malawi il 9 ottobre, ma tutto è saltato poche ore prima del fischio d’inizio. Il volo della nazionale, previsto per mercoledì pomeriggio, è slittato più volte fino alla mattina del giorno della gara. A quel punto la squadra ha deciso di non partire, ritenendo i tempi troppo ristretti per prepararsi adeguatamente. I calciatori hanno accusato in primis la federazione per la scarsa organizzazione. In seguito, hanno sostenuto che le condizioni minime per disputare un match internazionale non erano state rispettate. Il risultato: partita annullata e caos totale nelle qualificazioni africane.
Le ripercussioni non si sono fatte attendere. La federazione della Guinea Equatoriale ha immediatamente sospeso il CT Juan Micha. La federazione ha ritenuto l'atteggiamento del tecnico troppo leggero di fronte alla circostanza, mancando di polso e autorevolezza. Una valutazione e una situazione che ha condotto così all'esonero immediato.
Ma i problemi del calcio guineano vanno ben oltre: la FIFA ha già inflitto alla nazionale due sconfitte a tavolino perché il CT aveva schierato l’attaccante Emilio Nsue, squalificato per irregolarità. Dopo questo nuovo episodio, la posizione del Paese nelle qualificazioni si fa sempre più compromessa, tra tensioni interne e sanzioni in arrivo da parte degli organi calcistici internazionali.
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