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Una frase rimasta immortale nella cultura calcistica, quantomeno italiana, è quella che recita: "Il calcio non è uno sport per signorine". Una sentenza che, pronunciata più di un secolo fa, è poi stata il manifesto dei detrattori del calcio femminile. In effetti, questo sport sembra aver contribuito a creare un ambiente sessista. Non solo in Italia, ma anche al di là dei confini europei: proprio dove il "calcio" è nato. Uno studio di Kick It Out ha registrato un aumento di segnalazione di casi di misoginia e sessismo durante l'ultima stagione in Inghilterra.
Nella stagione 2024-2025 del calcio d'oltremanica c'è stato un significativo aumento delle segnalazioni. A riportarlo è l'organizzazione, nata nel 1993 per combattere il razzismo e dal '97 per marcare qualsiasi tipo di discriminazione: Kick It Out. Nell'ultima annata calcistica, il record delle segnalazioni ricevute dalla stessa associazione è salito a 1.398. Il dato relativo alla stagione precedente (23-24) si fermava a 1.332 casi di discriminazione segnalati.
All'interno dello studio, emerge che anche la conformazione delle denunce è cambiata. Si parla di un aumento del 67% rispetto all'anno precedente dei casi di segnalazione di sessismo e misoginia (arrivando a quota 192). Registrati anche 18 casi di cori a sfondo sessista durante le partite. Ma c'è anche il problema delle denunce di sessismo online: secondo il report dell'organizzazione britannica, si parla di un aumento del 72%.
Nel 2024-25, infatti, si sono registrate 621 denunce di cui 268 a sfondo razzista sul web. Non mancano anche i riferimenti alle discriminazioni alla comunità LGBTQ+: se in parte i casi di omofobia sono scesi (da 162 a 139), quelli relativi alla transfobia sono aumentati, raddoppiando rispetto all'anno precedente. Aumento anche per le segnalazione di casi discriminatori verso persone con disabilità, con un incremento del 45%.
Come spiegato dalla stessa Kick It Out, l'aumento delle segnalazioni di misoginia e sessismo è dovuto anche ad una maggiore consapevolezza, dovuta in parte alla crescita del movimento calcistico femminile e in parte alla disponibilità di strumenti per contrastare questo fenomeno discriminatorio.
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