L'argentino svela numerosi retroscena del suo coinvolgimento con il club
Nelle ultime settimane si sono intensificate le voci che vedevano Carlos Tevez come possibile candidato alla presidenza del Boca Juniors nel 2027. Ora, in un’intervista al canale Olga, l’Apache ha parlato in prima persona della situazione e di molto altro.
Il legame di Tevez con il Boca Juniors
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Carlos Tevez è una bandiera Xeneize. Con la squadra di Buenos Aires ha iniziato la sua carriera da professionista nel 2001 e ha appeso gli scarpini al chiodo nel 2021. Nel mezzo, un’altra parentesi al Boca tra il 2015 e il 2017 dopo l’addio alla Juventus. Si tratta quindi di uno dei simboli del club della Bombonera. Per questo motivo, nelle ultime settimane, dopo l'allontanamento dall’amministrazione Riquelme, attuale presidente del club, sono cresciuti i rumors secondo i quali Tevez si sarebbe candidato alle prossime elezioni per la carica, nel 2027. La voce è stata smentita in prima persona dall’ex calciatore: “Non sono pronto. Io sono un allenatore. Ovviamente c’è sempre il tentativo di coinvolgermi in situazioni di natura politica ma non sono preparato per fare il presidente.”
Tevez e la situazione attuale degli Xeneizes
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Tevez ha parlato dell’attuale situazione del Boca, eliminato negli spareggi di Copa Libertadores: “Mi risulta difficile dare un’opinione dall’esterno. Diventa dura giocare quando non ci si identifica con la dirigenza. Ero contrario anche quando io giocavo al Boca e dall’alto venivamo bacchettati per come giocavamo”. Tevez ha quindi parlato del suo legame con il club: “Da tifoso del Boca è dura sapere che non giochino la Libertadores o la Sudamericana. Non è facile sedersi sul divano il mercoledì o il giovedì e sapere che la tua squadra non gioca. In campionato per ora sta facendo bene ma non appena si perde una partita ritorna sulla bocca di tutti l’eliminazione ai preliminari di Copa”. Tevez ha parlato delle difficoltà che Cavani sta incontrando al Boca: “Penso che debba giocare a mente più leggera. Quando segna alla Bombonera, anche con squadre inferiori, si sfoga, ma poi quando sbaglia si vede la sua frustrazione. Non c’è equilibrio, perché è molto coinvolto. Deve stare calmo, il gol arriverà, basta togliersi il peso e giocare più sciolto".
— Boca Juniors (@BocaJrsOficial) April 13, 2025
L'Apache e la sua carriera da allenatore
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L’intervista è poi proseguita su binari riguardanti la vita personale e professionale di Tevez: “Sto organizzando la mia partita di addio. Devo parlare con Riquelme per farla alla Bombonera. L’idea c’è, bisogna solo metterla in pratica, magari a fine stagione, lontano dalle elezioni.” Dopo il ritiro Tevez ha intrapreso la carriera da allenatore: ora è senza squadra dopo l’esperienza all’Independiente. “Oggi al Boca c’è Fernando [Gago, ndr], che sta facendo bene. Io mi sento capace ma oggi la panchina è occupata e io non voglio candidarmi. Il mio prossimo incarico deve essere in un club che mi faccia sentire a mio agio. Le due esperienze fatte sinora sono state buone ma stancanti. La voglia di continuare a lavorare c’è, sto studiando e mi sto preparando per poter allenare in Europa”.
L'esultanza della gallina e il dialogo contro il razzismo
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Un altro tema toccato da Tevez è stato quello dell’esultanza della gallina, che l’Apache ha sfoderato in occasione del gol al River Plate in semifinale di Libertadores nel 2004. I tifosi dei biancorossi sono soprannominati infatti Gallinas: “Non l’avevo preparata prima, mi è venuta spontanea. Sono anche stato espulso ed è una delle cose che mi fa più male perché non ho potuto giocare la finale contro l’Once Caldas, persa poi ai rigori. Dopo la partita ho chiesto scusa alla tifoseria del River. In seguito me ne sono pentito." Tevez ha parlato anche di un tema particolarmente centrale nel dibattito calcistico sudamericano, il razzismo: "Ho parlato del tema del razzismo con la Conmebol in questi giorni e l'incontro è stato particolarmente positivo. Tutti hanno potuto esprimere la propria opinione su come evitare di portare questo problema nel calcio”.