Marcelino ritiene che l'Olympique Marsiglia farà sempre fatica a causa dell'influenza dei suoi ultras. L'ex allenatore del Valencia è stato costretto a lasciare il club dopo poche settimane in panchina (era arrivato a giugno di quest'anno) a causa delle pressioni dei tifosi. Lo spagnolo ha detto ad AS: "Nessuno si aspettava una situazione del genere. Né il presidente, né i dirigenti, né chiunque fosse all'interno. E' stato dopo un incontro concordato presso la sede del club che si sono verificate le minacce personali".
E ADESSO C'E' GATTUSO...
Verso il derby di Nizza, Marcelino: “Marsiglia sempre più declino se si tiene gli ultras in casa”
La normalità è altra cosa...
Sempre Marcelino: "Non è normale sedersi con quelle persone, la verità è che non siamo abituati. Era già capitato in precampionato che in ritiro ci fosse una riunione della squadra e dello staff con loro. Ero sorpreso ma ho accettato su indicazione della società. Era normale, a quanto pare. Quello che non rientra nella normalità è la minaccia in faccia a quattro dirigenti nella sede del club e con parole grosse. Là parlano sempre dell'importanza degli ultras, ma io pensavo che fosse più questione di numeri che di potere. Vogliono controllare il Marsiglia, quando il club dovrebbe essere controllato dai suoi dirigenti. Gli ultras vogliono controllare tutto e questo impedisce l'evoluzione del Marsiglia, che finisce per indebolirsi.
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"Pensavo che lui (il presidente dell'OM Pablo Longoria) avesse questa situazione sotto controllo. Sapeva dell'influenza degli ultras, ma non al punto da poter decidere chi deve essere e chi no nel club".
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