
Uno dei bomber più amati degli ultimi anni in Serie A è stato indubbiamente Ciccio Caputo, fresco di ritiro dopo la seconda esperienza all’Empoli.
PAROLA A Uno dei bomber più amati degli ultimi anni in Serie A
Uno dei bomber più amati degli ultimi anni in Serie A è stato indubbiamente Ciccio Caputo, fresco di ritiro dopo la seconda esperienza all’Empoli.
L’ex attaccante era balzato agli onori della cronaca soprattutto ai tempi del Sassuolo, quando ha conquistato anche la maglia della Nazionale.
FLORENCE, ITALY - OCTOBER 07: Francesco Caputo of Italy during the international friendly match between Italy and Moldova at Artemio Franchi on October 7, 2020 in Florence, Italy. (Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images)
Caputo ha rilasciato così un’intervista in esclusiva a Soccermagazine parlando del momento attuale del calcio italiano e della sua carriera.
Caputo ha elogiato il lavoro del Napoli nella stagione appena conclusa, in cui gli azzurri hanno vinto lo Scudetto con un solo punto di vantaggio sull’Inter. «Un vantaggio l’assenza delle coppe lo dà – ha detto – ma alla lunga il Napoli ha strameritato».
L’ex bomber conosce bene Antonio Conte, avendolo avuto a Bari: «Sapendo com’è fatto, certe affermazioni sul vantaggio gli farebbero solo arrabbiare».
Tra i temi caldi anche il futuro di Giacomo Raspadori, ex compagno al Sassuolo e oggi al centro delle discussioni di mercato:
«Raspadori ha bisogno di giocare. È forte, è un valore per il Napoli. E con Conte potrebbe fare molto bene».
Parlando di Lautaro Martinez, Caputo ha sottolineato l'importanza di segnare per un attaccante, ma non a discapito della squadra:
«Meglio fare qualche gol in meno e portare a casa i tre punti. Io ogni anno ho sempre segnato, ma il risultato è la cosa più importante».
Su Dusan Vlahovic, Caputo ha espresso comprensione per la stagione altalenante del serbo:
«Le dinamiche interne possono pesare. È un grande attaccante, ma alla Juve non ha mostrato il suo meglio. Le cause possono essere tante».
L’ex attaccante ha raccontato anche due retroscena di mercato che avrebbero potuto cambiare la sua carriera:
«Dopo i 21 gol con il Sassuolo, ci fu un contatto con la Roma e con la Lazio. Ciro Immobile mi chiamò personalmente. Ma la Samp non mi lasciò partire».
Caputo ha ammesso che avrebbe accettato un ruolo da comprimario se chiamato da un grande club come Roma, Lazio o Napoli l’estate scorsa:
«A quell’età sarebbe stata una scelta logica. Ma nessuno mi ha cercato concretamente».
Alla domanda se vede un erede con le sue caratteristiche, Caputo è stato chiaro:
«Italiani come me ce ne sono pochi oggi. Giocatori di movimento, che attaccano gli spazi e fanno gioco per la squadra».
Infine, un passaggio toccante sul periodo del lockdown, che lo ha reso simbolo del calcio vicino alla gente:
«Il mio cartello prima del lockdown è rimasto nel cuore di tanti. Una piccola parte positiva in un periodo molto difficile».
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