Al 15 novembre e con un terzo di stagione già messo in archivio, nessuno avrebbe mai potuto immaginare una Roma in piena corsa per il treno Europa a fine stagione. Tredici punti in dodici giornate e una classifica che consigliava di guardarsi alle spalle piuttosto che in avanti. Un dodicesimo posto, appena quattro punti di vantaggio dalla zona retrocessione e già dodici di ritardo rispetto alla zona Champions. Un crollo verticale, prima della venuta del salvatore.
Il protagonista
Dal fondo classifica al sogno Champions, l’ultimo capolavoro di Sir Claudio

Sir Claudio, Re di Roma
—Nell’album Panini immaginiamo che la figurina di Claudio Ranieri abbia assunto le sembianze di un santino, perché il lavoro fatto nella Capitale ha preso le dimensioni di un miracolo biblico. Senza straripare troppo nel sacro, dopo due gestioni fallimentari, in principio di Daniele De Rossi e poi di Ivan Juric, è bastato l’arrivo di Sir Claudio dalle parti di Trigoria per rimettere a posto una situazione che pareva irrecuperabile.
Lo ha fatto con il sacrificio e con la serietà che lo ha sempre contraddistinto, con l’amore, quello per la sua Roma, che lo ha spinto a rimettersi in gioco dopo aver dato il suo definitivo addio al calcio. Claudio Ranieri è tornato a Roma in tenuta antisommossa, come un soldato che viene chiamato alle armi. Arriva tra le macerie, in uno scenario che pare apocalittico. È l’eroe dei film, il buono, quello a cui tutti si affezionano. È così, perché proprio non si può non apprezzare e ammirare una persona sana e genuina come lui. Un signore, uno di quelli che appartiene ad un’epoca passata, uno di quelli di fronte al quale c’è solo da levarsi il cappello in un profondo inchino.

La Roma prima e dopo Ranieri
—Nella pazza stagione della Roma esiste senza alcuna ombra di dubbio un a.C. (Avanti Claudio) e un d.C. (Dopo Claudio). Il lavoro di Ranieri è stato soprattutto a livello mentale e psicologico: risvegliare le coscienze di un gruppo che pareva morto e senz’anima, far capire cose significa indossare i colori giallorossi, toccare i tasti del cuore ancor prima di parlare di campo. E qui va dato il merito alla proprietà di aver scelto proprio l’uomo giusto, uno che per la Roma si getterebbe nel fuoco, uno che di romanità ne sa abbastanza, uno che di calcio ne sa ancor di più.
Roma ai romani. Si è ripartito semplicemente da qui per ridare alla sponda giallorossa della capitale una squadra degna della sua storia. E tutto quello che ne è venuto dopo è stato un capolavoro sportivo. La Roma d.C. non è propriamente uno spettacolo per gli occhi. Agli inizi balbetta, come è lecito che sia, ma è subito lampante che non ci si trovi più di fronte ad un gruppo allo sbaraglio. C’è comunione di intenti, c’è compattezza, c’è coesione. Si percepisce, c’è stata una scossa.

La marcia trionfale, dalla zona retrocessione alla lotta Champions
—“L’obiettivo è cercare di fare il massimo. Io nel contratto ho dei premi al raggiungimento degli obiettivi, di tutti gli obiettivi possibili. Quando ero al Leicester, avevo anche quello per la vittoria del campionato. Pensate un po’…”, spiegava Claudio Ranieri nella conferenza stampa di presentazione a Trigoria. Si lavora. Con passione e dedizione. E si vede questo lavoro a cosa porta.
La Roma di Ranieri perde tre delle prime quattro partite di campionato, vincendo solamente la sfida contro il Lecce. La classifica addirittura peggiora, perché i punti di vantaggio dalla zona rossa si riducono a due e quelli di distacco dalla grande Europa sono diventati diciotto. È l’ora di svegliarsi, e la sirena suona con la sconfitta per 2-0 in casa del Como.

Dal 12 dicembre 2024 la Roma parte per un lungo viaggio che la porta dal dodicesimo fino al quinto posto. Venti risultati utili consecutivi in Serie A. Venti partite senza mai perdere, neppure gli scontri diretti contro le due contendenti al titolo. Quindici vittorie e cinque pareggi in 5 mesi d’oro che hanno riportato i giallorossi non solo all’interno della zona europea, ma addirittura a pochi centimetri dalla zona Champions.
La sconfitta con l’Atalanta nello scorso weekend ha chiuso uno dei cicli migliori di tutta Europa. Solamente Inter e Napoli (52) hanno prodotto più punti della Roma (50) dall’arrivo di Claudio Ranieri in panchina. E addirittura, nessuno ha fatto meglio dei giallorossi in Serie A. Il Ranieri che ribolle e si infuria con Marelli nel post partita per un rigore dato e poi tolto dal Var è sintomo di una fiamma che arde, di una squadra che ci crede. C’è un punto da mangiare a Lazio e Juventus per scrivere un finale epocale, ma soltanto l’essere lì e poterci sperare, dopo tutto quello che c’è stato nel mezzo, è già un risultato clamoroso.
Sir Claudio si era ritirato e in quest’anno avrebbe solamente voluto godersi il calcio da spettatore. Invece si è trovato ancora lì, sulla panchina della Roma, a compiere un’altra straordinaria impresa da protagonista. Perché a prescindere da come finirà, questa storia è già un capolavoro.
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