MILAN-LAZIO

Conceicao: “Come si reagisce? Vincere, vincere, vincere. La mia angoscia è la stessa dei tifosi”

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Conceicao ha presentato Milan-Lazio in conferenza stampa: le sue dichiarazioni alla vigilia del big match di San Siro
Enrico Pecci
Enrico Pecci Redattore 

Il Milan non può più sbagliare. A San Siro arriva la Lazio, l'occasione per i rossoneri è importante per iniziare ad accorciare su una diretta concorrente per la Champions League. Lo sa anche Sergio Conceicao, che ha esordito così nella conferenza stampa della vigilia: "Come si reagisce? Vincere, vincere, vincere, vincere, vincere. È questo che vogliamo. Siamo coscienti del momento, di quello che è accaduto sia per gli errori nostri sia per quello che non possiamo controllare. Non ci possiamo aggrappare alle sfortune, ma possiamo lavorare su quello che non va e sugli errori che facciamo. E portare i risultati".

Milan, Conceicao: "Il mio lavoro è trasmettere il fuoco alla squadra"

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Il suo Milan lotterà fino alla fine? Conceicao risponde così: "Il mio lavoro è trasmettere fuoco alla squadra, negli spogliatoi e sul campo. Io ci credo veramente. Un titolo lo abbiamo conquistato, possiamo svalorizzarlo, ma è un titolo. Ce n'è ancora uno: solo quattro squadre possono vincere la Coppa Italia e noi possiamo farlo. Possiamo migliorare nel gioco, essendo diversi tatticamente e con una certa disponibilità fisica. Poi serve la testa, con una mentalità che deve essere al mille per cento in tutti i secondi della partita. Dopo Zagabria succede sempre qualcosa sui gol subiti".

E sulla mentalità della squadra: "Io sono qua per lavorare e mettere a nudo il mio orgoglio e la voglia di vincere. Nessuno mi ha dato niente, l'ho conquistato tutto con il lavoro. Il Milan è un grandissimo club, ma gli altri tempi erano quelli della Champions come obiettivo chiaro e preciso. Altri giocatori, altro ambiente e altra atmosfera. Ma io capisco la fame dei tifosi. I giocatori hanno la stessa fame? Ogni persona ha il suo carattere". "Ho chiesto di lavorare bene per portarlo dopo in partita. Tutti i giorni dobbiamo dare il massimo - ha aggiunto il tecnico portoghese - Io ho visto cose positive nel primo tempo a Bologna. Abbiamo preso un gol che non ci sta, c'è un fallo di mano. Non ci dobbiamo aggrappare a quello. Poi non siamo stati all'altezza dopo questo episodio. Ci serve più leggerezza, più equilibrio".

Tutti stanno dando il 100%? Per Conceicao non basta: "Il preparatore fisico mi dice che i dati sono al 100%, ma io voglio che sia il 150%. Probabilmente in tutti i momenti bisogna andare oltre. Se noi vogliamo giocare in un certo modo servono cambi di ritmo, accelerazioni, sprint. Il gol alla Juve in Supercoppa ci è andata bene, andava tutto bene in quel momento".

E sul rendimento di Reijnders e Pulisic: "Reijnders ha fatto gol a Torino e lui è sempre molto presente nella costruzione, di inserirsi in area. È vero che sta giocando un po' più basso, ma si sta muovendo bene. Tutti possono dare di più, anche io. Pulisic a Bologna il dottore mi ha detto che non poteva iniziare la partita la mattina stessa. E io devo trovare la soluzione in quel momento. Joao Felix non doveva giocare titolare. Pulisic ha un piccolo problema fisico e dobbiamo gestirlo e si vede nella sua freschezza". Poi ancora su Joao Felix: "Il fatto che dovesse andare in panchina a Bologna fa parte anche della strategia. Lui è molto bravo tra le linee. Secondo me tocca troppo volte il pallone e si sposta in zona dove non deve, perché abbiamo bisogno di una seconda punta e non di un centrocampista difensivo. Lui deve essere decisivo: non si deve trovare lontano dalla porta, ma cercare di fare la differenza negli ultimi 30 metri".

Conceicao scuote il Milan: "Io non ci sto a perdere"

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L'allenatore ex Porto ha analizzato le difficoltà nel subentrare in corsa: "Sono momenti e squadre diverse, ambienti diversi anche. Non è facile entrare a stagione in corso. L'ho già fatto, non solo in Francia ma anche in Portogallo e le cose sono andate bene. Qua è diverso l'ambiente, il paese, il campionato, la squadra. Non dico meglio o peggio, ma diverso". Focus, poi, sulla partita: "L'essere umano è pieno di ricordo, è normale. Ma anche se domani ci fossero stati i miei genitori a giocare con la Lazio io gioco per vincere. Li ringrazio per i tre anni stupendi, ma saranno avversari così com'è stato con Lazio e Inter. Baroni sta facendo un lavoro di qualità alla Lazio, ha un percorso dalla Serie C alla Serie A con più di 400 partite. Complimenti, sta facendo un buonissimo lavoro".

Conceicao torna anche su Torino e Bologna: "Sono partite diverse. Volevamo fare di più, più gol e su questo stiamo lavorando. Dopo la Lazio abbiamo due partite in due settimane e lavoreremo su certe cose su cui non abbiamo mai lavorato. Il nostro inizio di stagione è contro la Lazio". E sul gioco: "Leao forse non si è spiegato bene dopo il Bologna... Il gol arriva su uno dei momenti di gioco in cui avevamo palla bassa e il Bologna ci veniva a uomo: dobbiamo sfruttare lo spazio per creare l'inserimento di altri giocatori. Poi in altre situazioni chiediamo altre cose alla squadra. Sono momenti diversi su cui lavoriamo, ma non è che vogliamo giocare sempre così. Leao ha parlato in modo specifico di quel momento di gioco".

Infine, il tecnico risponde anche sul modulo: "Qua si parla di calcio. Per il tempo che ho a disposizione io voglio sicuramente lavorare per giocare in un altro modo, da martedì comincerò a lavorare sul campo e non solo sulla lavagna. Lavorerò su un altro sistema senza dubbio. Nel mio passato ho giocato 4-3-3, 4-4-2, 4-2-3-1, 3-5-2, 3-4-3, i giocatori si devono sentire a loro agio con e senza palla. Dobbiamo definire le nostre zone sugli avversari per sapere quando e dove pressare: si lavora sul campo. Sicuramente lavorerò, se avrò il tempo... È una battuta, sto scherzando. Ma per gli allenatori è così, è normale, fa parte della vita, non ho problemi". C'è una domanda che non ti abbiamo fatto e che avresti voluto che ti facessimo? Conceicao chiosa così: "La mia amarezza quando le cose non vanno bene... Io non ci sto a perdere. La mia angoscia è la stessa dei tifosi. Il mio sfogo dopo Bologna è collegato a questa voglia di vincere e di far bene qua".

 

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