SPORT TALK INDUSTRY

De Rossi: “Gasperini ha cambiato l’Atalanta, non bisogna emulare Guardiola”

Daniele De Rossi, ex giocatore ed ex allenatore della Roma
De Rossi ha parlato di diversi argomenti di attualità per il calcio italiano e non solo all'evento "Sport Talk Industry".
Gennaro Dimonte

Daniele De Rossi presente all'evento "Sport Talk Industry" che si sta tenendo a Roma in queste ore. L'ex allenatore della Roma ha sciorinato diversi argomenti di attualità come l'Atalanta, il Manchester City in crisi e soprattutto le idee del calcio italiano. Senza dimenticare la sua esperienza da allenatore in giallorosso e i primi passi in questa nuova veste che esula dal calciatore.

Daniele De Rossi nell'ultimo derby di Roma

De Rossi: "Vi dico la mia sulla Roma"

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Daniele De Rossi, ex allenatore della Roma, ha parlato allo "Sport Talk Industry" a Roma di vari temi d'attualità in Italia e non solo: "Bisogna avere la capacità di cambiare le cose, nel tennis è successo e i risultati si vedono. Dico sempre quello che penso, nel calcio l'interesse è delle squadre. I soldi la fanno da padrona ma è la normalità che deve essere considerata. Rodri ha vinto un Pallone d'Oro giocando in maniera semplice, ciò che per gli altri viene difficile. Tutti vogliono emulare Guardiola e si perde più di un'ora sulla tattica piuttosto che dare il pallone ai ragazzi che devono divertirsi. Lo sport va verso la fisicità, ci dobbiamo adattare. Sinner? Quando vince siamo felici, quando lo fa con la Nazionale ancora di più".

Un elogio a Gasperini: "E' il più forte allenatore italiano degli ultimi 15 anni, ha cambiato la vità di una squadra e di una città. Prima galleggiavano tra A e B, ora sono una big del calcio. Con la vittoria dell'Europa League sono diventati affascinanti. Anche Spalletti è diventato più popolare dopo lo Scudetto a Napoli".

Sulla Roma e su Totti: "La leadership di Francesco era qualcosa di unico, parlava con i gesti. Da tifoso ho amato Zidane per la sua eleganza, da giocatore ho fatto fatica a marcare Seedorf. Da allenatore sono entrato da bandiera in giallorosso e qualcuno mi vedeva più come amico. Bisogna trovare le giuste misure, altrimenti i giocatori ti battezzano".

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