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L'analisi

Come giocherà l’Inter di Chivu, una scelta in continuità con il passato

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Tra azzardo e continuità, l'Inter riparte da Cristian Chivu: come giocheranno i nerazzurri e cosa cambierà rispetto a prima?
Luca Paesano
Luca Paesano Redattore 

Se in principio si pensava al Mondiale per club come un torneo di fine stagione, oggi sembra un qualcosa molto più simile ad una finestra su quello che potremmo vedere il prossimo anno. Sono passate appena due settimane dal fischio finale di Psg-Inter, che formalmente è stato il punto definitivo al capitolo 2024/25 del calcio europeo.

Pochi giorni, ma sufficienti a stravolgere il look e lo spirito di una buona parte dei club che scenderanno in campo in queste giornate americane. È stato un intenso valzer, tra storie di calciomercato e panchine girevoli, gente che va e gente che viene, gente che doveva andare e poi alla fine non è andata. Chi ha potuto, ha cambiato. Ha lasciato alle spalle quello che si era concluso e si è portato avanti con i nuovi lavori.

Tra le tante società che hanno cambiato vesti e forma c'è anche l'Inter, che ha salutato Simone Inzaghi per accogliere in panchina Cristian Chivu. Una scelta inaspettata, che non ha proprio convinto tutti e che, a maggior ragione, aumenta la curiosità di scoprire cosa avrà da offrire.

L'Inter di Chivu, coerenza e continuità

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Ragionare su cosa potrebbe essere l'Inter di Cristian Chivu attualmente sarebbe molto astratto, sia perché c'è poco materiale alle spalle per poter trovare delle linee guida certe, sia perché non ci si può aspettare chissà quali cambiamenti in appena una settimana di lavoro.

La certezza, dunque, è che almeno per ora si dovrebbe ripartire da una squadra poco diversa rispetto a quella vista fino a pochi giorni fa, sia nella forma che nelle idee. Con la Primavera nerazzurra Chivu aveva utilizzato principalmente il 4-3-3, così come nelle sue prime uscite a Parma. Poi, però, con grande umiltà ha messo in discussione le sue convinzioni per cercare un piano migliore e ha trovato equilibrio con il 3-5-2. L'assetto dunque non cambia e non cambierà, anche perché l'Inter ha una rosa studiata in tutta la sua interezza per quel sistema lì e una rivoluzione non è esattamente nei piani della dirigenza.

Magari potrebbe verificarsi qualche accorgimento in corso d'opera, con l'aggiunta di Luis Henrique e passando ad un 3-4-3, oppure schierandosi a quattro in fase di possesso. Ma la sostanza non sarà molto differente dall'identità lasciata dal quadriennio di Simone Inzaghi. Da questo e da altri punti di vista, la scelta di Chivu è in grande continuità con il percorso fatto fin qui dai nerazzurri. Il vero e grande interrogativo verte principalmente sulla scarsa esperienza e sulla capacità di gestione di un grande club: sarà dimostrarsi all'altezza?

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Costruzione dal basso e il ruolo degli esterni

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Uno dei principi su cui verte il gioco di Chivu è l'impostazione dal basso. Rispetto a prima, dove l'Inter andava spesso e volentieri in verticale, con il tecnico rumeno potrebbe vedersi probabilmente un po' più di gioco orizzontale. Sommer sarà molto coinvolto almeno nelle prime fasi della circolazione del pallone. Qui potrebbe abbassarsi uno dei due esterni andando a formare una linea a quattro, con Calhanoglu che si abbasserebbe in appoggio per favorire l'uscita. Un'altra soluzione potrebbe essere la discesa del mediano tra i tre difensori, con uno dei due braccetti che andrebbe a prendere più ampiezza.

Nel sistema di gioco di Chivu sarà fondamentale il contributo dei due esterni, a cui sarà richiesto sia un lavoro di appoggio in fase di palleggio che un lavoro di rifinitura in zona gol. Nulla di particolarmente nuovo quindi per Dimarco e Dumfries. E cambierà poco anche per i due attaccanti, dato che Bonny e Pellegrino avevano sostanzialmente caratteristiche e interpretazioni molto analoghe alla coppia Thuram-Lautaro. Alle due mezze ali poi spetterà il ruolo di raccordo tra i reparti e di filtro nella prima difesa.

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Rotazioni e riaggressione, le novità di Chivu

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Un aspetto identitario dell'Inter di Simone Inzaghi era la rotazione continua dei giocatori in fase di possesso. Sebbene anche Chivu abbia un'interpretazione molto elastica come spiegato prima, qui potrebbe verificarsi forse un primo punto di discontinuità. Con l'ex tecnico della Lazio, in diversi momenti di gioco i nerazzurri potevano tranquillamente ritrovarsi con i centrocampisti come ultima linea e i due braccetti in appoggio come mezze ali. O ancora, i braccetti larghi sulla fascia e gli esterni in mezzo al campo. Vedremo se Chivu lascerà andare l'Inter con il pilota automatico o se chiederà posizioni meno mobili.

Per quanto riguarda la fase difensiva, in linea di massima ha provato a dare al Parma un atteggiamento aggressivo, ma certamente non ai livelli del Gegenpressing di kloppiana memoria. Concettualmente, Chivu richiederà di provare una riconquista rapida del pallone, con una difesa che sarà affidata principalmente ai duelli uomo su uomo. In base alle situazioni e ai momenti della partita, poi, sarà anche il caso di tenere una linea più bassa e di compattare i reparti.