L'impatto di Gattuso all'esordio contro l'Estonia è stato evidente. Non solo dal risultato in campo ma in particolar modo da due fattori distintivi. Il primo è il gioco offensivo, votato completamente all'attacco. Le parole di Gattuso alla Rai nell'immediato post partita, hanno palesato una volontà di imporre identità e tattica con tanti uomini a servizio della manovra: Zaccagni e Politano esterni alti, Retegui e Kean punte centrali. All'occorrenza: Di Lorenzo e Dimarco a far male dalla difesa, Tonali e Barella a far male da centrocampo. "L'Estonia non era al nostro livello", che in epoca da politicamente corretto suona molto forte. Invece è la verità, l'Italia è l'Italia e non può aver paura di nessuna avversaria.
L'ANALISI
Italia-Estonia, l’impatto di Gattuso alla prima sulla panchina della Nazionale

BERGAMO, ITALIA - 5 SETTEMBRE: Gennaro Gattuso, allenatore della nazionale italiana, con il pallone della partita durante la partita di qualificazione alla Coppa del Mondo FIFA 2026 tra Italia ed Estonia allo Stadio di Bergamo, il 5 settembre 2025 a Bergamo, Italia. (Foto di Claudio Villa - FIGC/FIGC tramite Getty Images)

"Il mister ci ha restituito grinta"

Il secondo fattore è ancora più evidente. Nelle interviste post gara, sempre rilasciate alla Rai dopo la partita, tutti i giocatori erano allineati sullo stesso pensiero. Si sono messi d'accordo? Non si sa, non lo sapremo, ma a prescindere dalla malizia, quel che resta sono le loro parole. "Mister Gattuso ci ha trasmesso tanta grinta, è uno che non molla mai e ci ha ricordato l'orgoglio di far parte della nazionale". Nelle dichiarazioni di Bastonie di Keanla vera sintesi dell'impatto del nuovo allenatore sulla panchina dell'Italia.
Gattuso non ha trovato molta fortuna sulle panchine in cui s'è seduto. Ha iniziato in Grecia, poi col Pisa in serie B con una proprietà allo scatafascio. Al Milan ha lavorato bene ma è stato congedato come l'ultimo dei dipendenti. Col Napoli c'è stato bel gioco ma soprattutto dignità del lavoro: gli azzurri venivano dal periodo poco fortunato di Ancelotti, Gattuso venne ingaggiato a gennaio e poi due mesi dopo c'è stata la pandemia e tutti siamo rimasti chiusi a casa. Forse si sottovaluta il suo lavoro all'ombra del Vesuvio proprio perché in quel periodo non c'era niente di bello ma Gattuso ha vinto una Coppa Italia e per un solo punto non ha raggiunto il quarto posto, che significava qualificazione in Champions League. Poi Valencia, Marsiglia ed Hajduk Spalato. Ora l'Italia. Che sia un nuovo salto, verso una carriera migliore, verso la carriera che merita.
Gattuso allenatore come Gattuso giocatore: grinta e leadership

Lo spirito di sacrificio di Gattuso allenatore lo contraddistingueva rispetto agli altri e già nella partita contro l'Estonia è stato evidente un cambio di marcia nella pancia dei giocatori. "Non basta indossare la maglia dell'Italia, serve continuità nel lavoro": Raspadori, ex Napoli, ora all'Atletico Madrid, ha evidenziato come ci sia stato lo switch di mentalità dal vecchio al nuovo allenatore. "Gattuso ci ha fatto ritrovare", parole di Barella, forse il giocatore che più si avvicina a Gattuso.
L'impronta dell'orgoglio italiano, della Nazionale che aveva vinto il mondiale nel 2006 e poi l'Europeo quattro anni fa, si evince dalle parole dei calciatori. Non solo Gattuso in panchina ma anche Bonucci e Buffon come rappresentanza. Volti storici di un'Italia che vinceva e che, sul campo da calcio, conquistava il minimo sindacale: qualificazioni mondiali, qualificazioni europee. La grinta e la leadership vanno ritrovati e l'Estonia è un ottimo punto di partenza.
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