Gli arbitri finiscono ancora una volta al centro dell'attenzione. Questa volta, però, non è a causa di una polemica dovuta a un qualche episodio controverso. La situazione in questione è dovuta al primo, storico, annuncio VAR a microfono aperto di Manganiello. Durante la partita tra Como e Lazio, il direttore di gara ha spiegato l'esito di una revisione a tutto lo stadio. Tuttavia, le modalità con cui è stato effettuato questo annuncio non sono passate inosservate, generando vari meme e reazioni social. Per questo motivo, l'AIA è subito corsa ai ripari, cercando una soluzione per evitare che ci siano altri momenti simili in futuro.
Un'idea particolare
L’annuncio VAR di Manganiello diventa un meme e l’AIA corre subito ai ripari: ecco come

L'idea per migliorare gli annunci VAR
—Per porre rimedio a questo inizio turbolento, l'AIA, nella figura del designatore arbitrale Gianluca Rocchi, starebbe pensando di adottare un insegnante di dizione. A riportarlo è La Repubblica, che spiega come l'idea sia quella di istruire gli arbitri al public speaking, in modo da aiutarli ad usare una comunicazione più comprensibile ed efficace.

L'idea è quantomeno singolare, ma giustificata dall'intenzione di abituare i direttori di gara a controllare al meglio il tono e a modulare in modo corretto la propria voce, senza lasciarsi sopraffare dall'emotività del momento. Un comportamento piuttosto normale, se si pensa che parlare al pubblico è una novità assoluta nel calcio, a differenza di altri sport.
La principale difficoltà per l'AIA
—Il rischio è che adottando un metodo comunicativo più impostato, si possa ottenere un effetto opposto a quello auspicato, con una dialettica ancora più artificiale. In più, mancano gli ostacoli per portare avanti questa iniziativa. L'ostacolo maggiore è rappresentato infatti dai costi per queste lezioni, che ammonterebbero a più di 150mila euro a stagione.

Una cifra difficile da sostenere, soprattutto in considerazione delle tensioni interne alla classe arbitrale, con gli addetti al VAR che minacciano scioperi, per via di stipendi arretrati insoluti. Insomma, la categoria non vive il miglior momento della sua storia, ma per evitare che si ripetano situazioni simili a quella di Manganiello, andrà sicuramente trovata una soluzione.
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