Da oggi, l'arbitro italiano verrà considerato come un pubblico ufficiale. Se un direttore di gara dovesse subire un'aggressione, il colpevole rischierebbe l'arresto. Per la classe arbitrale del nostro Paese si tratta di una svolta molto importante.
Legge
Arbitro come pubblico ufficiale: in caso di aggressione, scatta l’arresto

Arbitro equiparato al pubblico ufficiale: ecco come

Secondo la legge penale italiana, la figura del direttore di gara non aveva la stessa valenza di quella del pubblico ufficiale. Questo vuol dire che non potevano godere delle stesse normative e tutele penali delle figure pubbliche. La figura dell'arbitro è associata all'AIA, a sua volta componente della FIGC, che ha una proprietà personalità giuridica di diritto privato ed è confederata al CONI, un ente pubblico. Per la Corte di Cassazione, quindi, l'arbitro non rientrava tra le figure pubbliche.
Da oggi, però, la storia cambia ed il mondo del calcio italiano, soprattutto quello dell'arbitraggio, ha subito un cambiamento molto importante. Da oggi, infatti, gli arbitri potranno essere equiparati ai pubblici ufficiali grazie alla modifica dell'articolo 583-quater del Codice Penale. Quindi, se qualcuno aggredisce un arbitro o una figura tecnica che garantisce la regolarità di una competizione, verrà punito con l'arresto.

Andrea Ostellari, senatore e Sottosegretario alla Giustizia, ha parlato della modifica dell'articolo del Codice Penale che ha portato ad una storia rivoluzione nel calcio in Italia: "L'intervento era atteso e trova giustificazione a fronte dei ripetuti fatti incresciosi che hanno turbato numerose manifestazioni sportive, dal Nord al Sud del Paese. Comportamenti violenti ed aggressioni nei confronti dei direttori di gara saranno puniti senza indugio, anche con il carcere".
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