Coppa Italia

Il Milan può andare a nozze con la difesa del Bologna

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Il Bologna sarà come sempre intraprendente e il Milan ne potrebbe approfittare: l'analisi tattica della finale di Coppa Italia.
Luca Paesano
Luca Paesano Redattore 

Siamo giunti all'ultimo atto della Coppa Italia. Mercoledì sera il Milan ha l'opportunità di mettere in bacheca il secondo trofeo della stagione, sostanzialmente in controtendenza con i dissapori e i malesseri di un'annata che tra le sue pieghe ha vissuto tantissimi alti e bassi. Per il Bologna sarebbe invece il coronamento di un percorso partito due stagioni fa con Thiago Motta, poi passato di testimone ad Italiano. La Champions è stato un sogno, ma ora per la prima volta ci si trova di fronte alla possibilità di vincere.

All'Olimpico si troveranno di fronte due squadre che difficilmente annoiano, che giocano il pallone con ritmo e intensità. Qualità da una parte e dall'altra e difese un po' ballerine che favoriscono lo spettacolo. La sfida di venerdì in campionato ci restituisce un buon punto di riferimento da cui partire, e mercoledì sera immaginiamo che il canovaccio possa svilupparsi grosso modo sugli stessi binari. Con una variabile che in campionato non c'era. Anzi, due: la prima è Rafael Leao, la seconda è pressione.

Il Milan è rinato con il 3-4-3

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Il Milan ha cambiato tante pelli nel corso di questa stagione e, dopo un lungo girovagare, proprio sul finale sembra che abbia trovato quella che più gli si addice. C'è un prima e un dopo Udine per i rossoneri, tappa da questo punto di vista fondamentale, perché per la prima volta Conceiçao decide di provare la difesa a tre. Un difensore in più per avere maggiore copertura, niente trequartista con Reijnders che si abbassa in mediana, Theo alleggerito degli oneri difensivi, Leao e Pulisic più accentrati.

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È bastato poco per riprendere in mano il Milan, ma troppo tardi per salvare la stagione. Cinque successi in sei partite con il 3-4-3, che ha donato ai rossoneri quella solidità che in tutto l'arco dell'anno non erano mai riusciti ad avere. Solamente tre reti subite da Maignan, che è poi riuscito a mantenere la porta inviolata nelle altre tre sfide. Ma anche l'attacco sembra aver trovato nuove soluzioni, nuovi binari su cui muoversi. Quattordici gol segnati dai rossoneri nelle ultime dei uscite tra campionato e Coppa Italia.

La maggior parte del gioco si sviluppa su una fascia sinistra che, con questo nuovo assetto, ha assunto ancora più slancio. Theo Hernandez ha facoltà di sganciarsi sapendo di avere ora un uomo in più in copertura, mentre Leao può liberargli il corridoio accentrandosi nello spazio che in precedenza era occupato da Reijnders. Sarà una partita complicata per il Bologna, che se difende con la stessa leggerezza di pochi giorni fa rischia di pagarla a caro prezzo.

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Gli esterni sono l'anima del Bologna

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Il Bologna invece ha una sua identità ben precisa, che parte dalle radici di mottismo infuso nella passata stagione ma si sviluppa poi con connotati e concetti differenti. Ormai l'abbiamo imparato a conoscere, ed anche qui il gioco di Vincenzo Italiano ha i suoi enormi pregi così come i suoi grandi difetti. Dallo Spezia alla Fiorentina, fino al Bologna: i suoi ideali non sono cambiati; anzi, si sono affinati e divenuti forse più maturi.

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Il calcio di Italiano è un calcio moderno, propositivo, di intensità e aggressione alta, che muove con qualità il pallone fino ad isolare i due giocatori chiave, ovvero i due esterni: Dominguez o Ndoye da una parte e Orsolini dall'altra. È lì la genesi di quasi tutte le manovre offensive, con due ali di grande qualità e inventiva. Dominguez e Orsolini sono grosso modo speculari per caratteristiche, entrambi tendono a puntare verso l'interno del campo per giocare e per lasciare spazio alla sovrapposizione del terzino.

Il Milan dovrà studiare bene come scalare in copertura e in raddoppio sui due lati, ma dovrà fare attenzione anche agli inserimenti delle mezze ali, che nel 4-3-3 sono fondamentali nell'accompagnare la manovra offensiva. Sul piano della costruzione, il Bologna è una squadra che sa il fatto suo, ma è dal punto di vista difensivo che arrivano le note dolenti. Le conoscono bene alla Fiorentina, che per una linea troppo alta e sfibrata ci ha perso due finali di Conference. Servirà applicazione, perché il Milan ha già fatto male in campionato proprio in ripartenza, approfittando di posizioni un po' arraffazzonate. E in più, questa volta i rossoneri avranno Rafa Leao. In tutto quello spazio il portoghese sarebbe letale.

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