L'intervista

ESCLUSIVA Milan-Bologna, Nervo: “Castro il mio preferito ma occhio a Leao”

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L'ex felsineo analizza il big match in ottica Bologna
Stefano Sorce

Milan-Bologna di scena mercoledì 14 maggio 2025, non è soltanto una finale: è un crocevia di storie, speranze e passioni. Per i colori rossoblù è l’occasione di tornare a brillare sotto i riflettori del grande calcio, riportando una città intera a sognare. È il coronamento di un cammino partito da lontano, costruito con pazienza, dedizione e una visione chiara. Oggi il Bologna è lì, a un passo dalla gloria e non per caso.

Dietro questa squadra c’è una tifoseria che non ha mai smesso di crederci, un presidente che ha investito con il cuore prima ancora che con le risorse e una città che pulsa al ritmo di quei colori da oltre un secolo. La finale è il frutto maturo di un progetto che finalmente raccoglie ciò che merita da tempo. In giornate come queste, il pensiero non può che andare anche a chi ha fatto la storia di questo club.

Su tutti, Carlo Nervo: 417 presenze in maglia rossoblù, terzo di sempre nella storia del Bologna, simbolo di attaccamento e bandiera indiscussa degli anni ’90 e 2000. Esterno instancabile, uomo di fascia e di cuore, Nervo è stato esempio di lealtà e sacrificio, qualità che oggi ritroviamo in tanti protagonisti di questa nuova favola calcistica. Il Bologna di oggi cammina sulle spalle dei suoi giganti. E mercoledì 15 maggio, allo Stadio Olimpico di Roma, proverà a scrivere una nuova pagina di leggenda.

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Milan-Bologna: "Gara equilibrata, per la città giornata storica"

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Mercoledì 14 maggio a Roma andrà in scena la finale di Coppa Italia Milan-Bologna, un appuntamento storico per i rossoblù. Che tipo di partita ti aspetti? Immagini una gara aperta o più tattica, vista la posta in palio? E secondo te chi potrebbero essere i giocatori chiave, da una parte e dall’altra?

"Mi aspetto una gara equilibrata, con un Bologna capace di mettere in campo quell’intensità mostrata per gran parte della stagione. Sarà fondamentale prestare attenzione a non lasciare spazi alle ripartenze del Milan, micidiale quando può attaccare in velocità. Da una parte ci sarà Leão, dall’altra Castro, se sarà della partita, pronto a rispondere colpo su colpo".

Cosa rappresenta per i bolognesi questa finale, dal punto di vista emozionale e storico? Dopo decenni di attese, quanto può significare per la città e per chi ha vissuto da dentro certe stagioni?

"Per la città, per i tifosi e per il presidente, questo rappresenta un traguardo importante e meritato. È il frutto di un lavoro serio e continuo, partito anni fa e che oggi mostra risultati maturi. Speriamo solo di riuscire a raccoglierli fino in fondo".

Con una finale così importante, che tipo di formazione ti aspetti da Vincenzo Italiano per Milan-Bologna? Quali calciatori, in particolare, potrebbero fare la differenza per il Bologna in una partita così delicata? E quali scelte ritieni potrebbero rivelarsi decisive?

"Penso che Italiano non cambierà granché dalle ultime uscite. Impronterà una formazione che farà dell’intensità l’arma migliore. La scelta dei giocatori, a mio avviso, guarderà chi ha più benzina nelle gambe dopo tante partite ad alti ritmi. Sarà fondamentale far giocare chi garantisce più dinamismo".

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Il 7, un numero importante per il Bologna

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Tu in carriera hai indossato a lungo la maglia numero 7. Oggi quel numero lo porta Riccardo Orsolini: che idea ti sei fatto di lui? Lo vedi pronto per prendersi uno spazio importante anche in Nazionale e, magari, per affrontare una sfida in un club più competitivo del Bologna?

"Orsolini è un giocatore che sta facendo un percorso importante. Ha colpi da fuoriclasse e, nelle ultime stagioni, ha dimostrato che ha anche continuità di rendimento. Penso sia ora che venga considerato una pedina importante per la Nazionale".

Ti chiedo anche un parere sui vari singoli del Bologna: Ndoye, Castro, Dominguez, mi dai un parere su di loro? E poi da Dallinga ti aspettavi di più? Dove può migliorare il centravanti olandese?

"Ndoye e Dominguez sono due esterni che hanno facilità nel saltare l’uomo. Essendo brevilinei sono difficili da marcare e creano spesso la superiorità numerica. Questo fatto li rende due giocatori che ai miei tempi venivano considerati due antipatici, per non dire cose più dure. Sono giocatori che ogni difensore spera di incontrare il meno possibile".

"Castro è il mio preferito perché ha fame, non molla mai ed ha quella furbizia e scaltrezza che mi piacciono. Dallinga ha avuto qualche problema iniziale. Non è facile calarsi immediatamente nel calcio italiano. Ha dimostrato di saper far gol ed essere utile per la squadra. Secondo me, se rimane al Bologna, il prossimo anno farà molto bene! Ho ancora in mente quando arrivò Cruz a Bologna e nei primi mesi fece fatica, ma poi diventò il campione che tutti abbiamo ammirato".

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