Più aggressività, meno prudenza e tanta voglia di fare il proprio calcio: ecco come l'ex allenatore della Fiorentina ha conquistato i rossoblù
Nonostante qualche dubbio iniziale, Vincenzo Italiano ha raccolto alla grande il testimone lasciato a Bologna da Thiago Motta. Un testimone pesante, visto anche il difficile compito di sopperire alla partenza di tanti protagonisti. L’allenatore nativo di Karlsruhe però è riuscito a non far rimpiangere il tecnico italo-brasiliano.
Il confronto tra il Bologna di Italiano e quello di Motta
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In pochi avrebbero pronosticato che il Bologna, senza Motta, Zirkzee, Calafiori, Posch e Saelemaekers avrebbe replicato la stagione dello scorso anno. Invece Italiano, con pazienza e grazie al lavoro quotidiano, è riuscito, dopo un avvio di stagione difficile, a rimettere tutti gli ingranaggi nel posto giusto. A far funzionare come una macchina quasi perfetta, soprattutto in casa, una squadra giovane e intraprendente, bella da guardare ed efficace nei risultati, senza mai rinunciare alle proprie idee.
Il Bologna, rispetto allo scorso anno, dopo 33 partite ha solo due punti in meno. La squadra di Motta ha chiuso lo scorso campionato con 68 punti, un dato che, con tre vittorie su cinque partite, Italiano migliorerebbe. Oltre al percorso simile in Serie A, in Coppa Italia la finale è a un passo dopo lo 0-3 nella semifinale d’andata contro l’Empoli, mentre lo scorso anno i felsinei si erano fermati ai quarti di finale. A questo va affiancato il viaggio europeo che, pur senza grandi acuti, ha comunque dato la possibilità al Bologna di affacciarsi sull’Europa che conta per la prima volta dopo più di vent’anni. Un’esperienza che i rossoblù non vedono l’ora di rivivere il prossimo anno, quando sicuramente avrebbero le armi per fare meglio.
Intensità e fiducia: il lavoro di Italiano
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Il lavoro di Italiano a Bologna è indiscutibile. La squadra, pur subendo qualche gol in più dell’anno scorso, quando fu la terza miglior difesa del campionato, segna più frequentemente. Sono 52 i gol fatti e 37 i gol subiti ad oggi in Serie A. L’anno scorso, a questo punto, gli emiliani erano andati a segno 48 volte e avevano subito 26 gol. La differenza sta tutta nell’aggressività voluta da Italiano. Rispetto al gioco più prudente di Motta, l’allenatore ex Fiorentina punta tantissimo su un pressing asfissiante, uomo contro uomo. Il Bologna è infatti primo per contrasti nella trequarti avversaria, seconda per duelli totali dopo l’Atalanta. Italiano non ha portato su un alto livello la squadra solo in fase di recupero, ma anche in possesso. I rossoblù sono molto diretti anche quando attaccano, con tante palle lunghe, classifica in cui sono primi in campionato, sempre nel segno di una grande intensità.
Il lavoro di Italiano è evidente anche sui singoli. Ndoye, dopo una stagione da comprimario, ha compiuto un grande passo in avanti e, così come Castro, è cresciuto esponenzialmente. Beukema e Lucumi hanno progressivamente affinato l’intesa tra di loro, mentre Miranda è diventato uno dei terzini più efficaci del campionato in attacco. Insomma, l’effetto sui singoli e sul collettivo di Italiano è di grande livello e il successo in Coppa Italia potrebbe essere il meritato premio per coronare un’annata ottima. Un risultato su cui in pochi avrebbero scommesso, reso possibile dal lavoro di un allenatore pronto a essere considerato un top.