- Notizie Calcio
- Calciomercato
- Calcio Italiano
- Streaming
- Editoriali
- Calcio Estero
- DDD X EVENTS
- Redazione
Fiorentina-Bologna, calcio d'inizio domenica 26 ottobre alle 18.00, è una partita dalle mille sfumature, per un uomo soprattutto: Stefano Pioli. L'allenatore della Viola, con un passato importante in rossoblù, arriva a questo Derby dell'Appennino senza alcun tipo di margine d'errore.
Reduce, nell'ultimo turno, da una trasferta nei sentimenti in casa del Milan, il calendario impone a Stefano Pioli un'altra partita dal significato tutt'altro che banale. Proprio nelle giovanili rossoblù l'allenatore campione d'Italia 2022 ha iniziato il suo percorso in panchina. Poi, dopo le prime esperienze da tecnico delle giovanili, è tornato al Dall'Ara nel 2011, al comando della prima squadra, dove è rimasto fino al 2014.
Subentrato a Bisoli nel mese di ottobre di quell'anno, Pioli raddrizzò una stagione che sembrava destinata a essere fallimentare. Un punto nelle prime sei partite il bottino raccolto dal predecessore dell'allenatore ora a Firenze. Il suo arrivo, invece, cambiò completamente le sorti dell'annata. Alla fine i felsinei chiusero noni, togliendosi non pochi sfizi. Due esempi? Le vittorie con Napoli e Inter nel girone di ritorno, la seconda in un tempio del calcio come San Siro.
La stagione successiva è mediocre. L'avvio è comunque complicato: il Bologna è ultimo dopo 12 partite, nonostante la classifica fosse comunque molto corta. Poi, tre vittorie nelle cinque gare consentono di scappare dalle zone pericolose della classifica. Infine, le tre vittorie consecutive contro Fiorentina, Cagliari e Inter nel girone di ritorno mettono definitivamente al riparo la squadra, trascinata da Alberto Gilardino e Alessandro Diamanti.
Infine, la terza e ultima stagione, che Pioli non concluderà. Sarà esonerato alla fine del girone d'andata, dopo aver vinto solo tre partite su diciannove, con la squadra in grande difficoltà. Ironia della sorte, dopo sette partite quel Bologna aveva esattamente gli stessi punti che ha ora la Fiorentina: tre. A fine anno, facciano tutti del caso gli scongiuri i tifosi viola alla lettura, fu retrocessione.
Dopo una prima esperienza a Firenze tra il 2017 e il 2019, Pioli è tornato in Toscana dall'inizio di questa stagione. Un progetto ambizioso, quello della Fiorentina, che però sta rendendo decisamente al di sotto delle aspettative. Tre pareggi e quattro sconfitte, con un calendario impegnativo ma non troppo, sono il misero bottino di queste sette giornate, in cui il tecnico parmense appare in netta difficoltà.
Una difficoltà tattica, chiaramente, con i gigliati che ancora non han trovato l'abito delle grandi occasioni, quello più adatto alle caratteristiche di una rosa costruita in modo rivedibile. Chi non ha mai sprecato una chance di metterci il carico, poi, è lo stesso Pioli. Torniamo al 16 luglio. Il parmense disse questo: "Allegri non ci ha messo tra le candidate alla qualificazione alla Champions. Questa frase l'ho scritta sulla lavagna ai miei giocatori".
Premiamo il tasto fast-forward fino a oggi. L'avvio complicato, come normale che sia, non ha certo messo serenità in un ambiente già di per sé caldo ed esigente come Firenze. Anche all'interno dello spogliatoio, forse. Dopo la vittoria con il Rapid in Conference League Dzeko ha detto: "Tutti noi non stiamo facendo bene. Quando giochiamo in due davanti per entrambi può essere una cosa importante avere un compagno vicino. Si può giocare in vari modi, poi decide il mister”. Pioli ha risposto "Se vuole parlare, le porte sono aperte, sa dov'è il mio ufficio. Le scelte dipendono dalle prestazioni e dai risultati". Forse, a Firenze, servirebbe proprio il contrario: meno discussioni, meno proclami e ripartire dal compattare la piazza.
Se il campionato di Serie A 2025/2026 è il primo, da anni, nel quale alla seconda sosta nazionali non è stato ancora esonerato nessun allenatore, è anche perchè la dirigenza della Fiorentina sta dimostrando particolare pazienza. Tuttavia, Fiorentina-Bologna assume già i contorni di un dentro-fuori. Ovviamente, non per l'ex squadra di Pioli, e forse nemmeno per l'allenatore stesso.
Però la classifica non lascia spazio a tanta fantasia: ad oggi la Fiorentina dista 8 punti dall'Atalanta, 9 dalla Juventus e dal Como, 10 dal Bologna, 11 da Roma, Napoli e Inter e, infine, 12 dal Milan capolista. Perdere, in casa, con il Bologna vorrebbe dire sicuramente salutare il treno Champions League. E, a seconda dei vari risultati sugli altri campi, la strada per le competizioni europee minori si complicherebbe ulteriormente.
C'è poi un tema che preoccupa ulteriormente: la Fiorentina, in casa, ha sempre perso. Con il Como, con il Napoli, con la Roma. E fuori casa gli ostacoli affrontati non erano certo proibitivi, al netto del Milan: Torino, Pisa, Cagliari. Insomma, serve di più. E il calendario, nelle prossime due giornate, non sorride ai toscani: Bologna e Inter sono due sfide difficili, ma, come detto, il margine d'errore è pari a zero, o quasi. Inziare a muovere la classifica, per Pioli e per i suoi, è l'unica possibilità.
© RIPRODUZIONE RISERVATA